Adriano Celentano torna in scena, sul palco del teatro Camploy di Verona, durante la seconda puntata di "Adrian". E' ancora un blitz di tre o quattro minuti, con un breve intervento e... una delle sue leggendarie pause. "Padre - ha detto rivolto a Nino Frassica - ho lasciato illudere Canale 5 che avrei partecipato fisicamente allo spettacolo, ma io non potevo, perché dovevo seguire 'Adrian', che è la mia anima". Poi il silenzio.
Salutato dall'ovazione del pubblico in sala, Celentano ha accennato a qualche passo sul palco. "Io gli ho detto che potevo esserci o non esserci - ha continuato -, che poi è quello che sta succedendo adesso". Frassica, nei panni del frate, ha risposto: "Io non posso assolverti, sono un prete Rai, ci vuole un prete Mediaset". Dopodiché è arrivato il momento della pausa. "Ma è ancora qua?", si è chiesto Giovanni Storti (ex di Aldo, Giovanni e Giacomo), tra gli ospiti della puntata. "Questo se parla, ci sparano". "Prende pure un sacco di soldi di Siae, perché 'sta pausa qua l'ha scritta lui", fa notare Balasso. I due fingono imbarazzo e giocano a dialogare con il pubblico. Celentano, impassibile, dopo qualche minuto saluta brandendo il giornale e se ne va, tra lampi e tuoni.
Proprio a Storti è toccato affrontare i temi dell'attualità, con una serie di battute in cui hanno trovato spazio i "porti chiusi", la "mania della sicurezza", la "voglia di difendersi con la pistola sul comodino", la convinzione che "gli altri" "si sono fatti furbi", l'idea che "se non si blindano anche le finestre, i negri, gli zingari, te li trovi dentro il letto". Tra un riferimento a "quota 100" e al "reddito di cittadinanza", Storti ha graffiato su più fronti.