Napoleone Bonaparte è forse uno dei personaggi storici più noti in assoluto. Ma, persino su di lui, in molti casi c'è grande confusione. Anche tra chi è fresco di studi. Lo ha potuto verificare il sito Skuola.net che, in occasione dei 200 anni dalla morte del condottiero corso, ha testato la preparazione di 2.500 alunni delle scuole superiori. Con risultati spesso imbarazzanti.
Basterebbe un dato: 1 su 4 non ha saputo dire che Napoleone è stato soprattutto l'Imperatore di Francia, confondendolo ad esempio con un imperatore austro-ungarico, con lo zar di Russia o con un Re d'Italia; mentre solo 2 su 3 hanno (correttamente) indicato nella battaglia di Waterloo la sua più grande sconfitta.
Anche Manzoni non viene risparmiato
Ma, per noi italiani, Bonaparte richiama automaticamente un'altra figura fondamentale dei programmi scolastici: Alessandro Manzoni. Non foss'altro perché ha composto l'ode commemorativa più celebre su Napoleone - “Il cinque maggio” - scritta proprio all'indomani della sua dipartita, avvenuta il 5 maggio 1821 sull'Isola di Sant'Elena. Anche qui, però, sulla mente di molti studenti scende la nebbia. Solo una sparuta maggioranza conosce le informazioni di base sull'opera. Appena il 58% ha saputo collegare il titolo all'autore (1 su 10 l'ha attribuita a Carducci, una quota simile a D'Annunzio, il 16% a Leopardi). Solamente 2 su 3 hanno riconosciuto in Napoleone il protagonista del testo (il 13% ha risposto Garibaldi, gli altri si sono divisi tra Giulio Cesare, Carlo Magno e Mazzini).
Com'è che fa il 'cinque maggio'?
Un carrellata di 'orrori' che, ovviamente, prosegue e s'ingrossa se ci si addentra nei meandri dell'opera. Dovendo declamare l'incipit dell'ode, poco più della metà (52%), attacca giustamente con “Ei fu. Siccome immobile”. Il resto, al contrario, passa in rassegna gran parte della produzione letteraria di casa nostra: c'è chi dice “Sempre caro mi fu quest'ermo colle” (ovvero “L'Infinito” di Leopardi), c'è chi inizia con “Né più mai toccherò le sacre sponde” (“A Zacinto”, Foscolo), con “La nebbia agli irti colli” (che invece è “San Martino” di Carducci) oppure con “Taci. Su le soglie del bosco non odo” (ovvero “La pioggia nel pineto” di D'Annunzio).
La vita del grande letterato è un enigma
Per chiudere il cerchio non potevano mancare degli strafalcioni sullo stesso Manzoni, autore letto e riletto a scuola ma ancora sconosciuto a qualcuno. Perché se è vero che l'80% sa benissimo che la sua opera più famosa è “I promessi Sposi”, c'è pure chi dice “La Divina Commedia” o il “Decamerone”. Figuriamoci, quindi, che succede se si scava ulteriormente nella sua vita. Così, in linea con gli altri quesiti: solo 6 su 10 dimostrano di sapere che l'illustre nonno di Manzoni era Cesare Beccaria; appena un quarto (26%) sa che morì per le complicanze di una banale caduta dalle scale (quasi 1 su 2 pensa sia morto a causa di una malattia venerea). Quanto basta per consigliare un ulteriore ripasso.
'Orrori' quotidiani
Chiudiamo con le “testimonianze”. Gli studenti hanno infatti “fatto la spia” su ciò che succede in classe durante una normale lezione su “Il cinque maggio” e su Alessandro Manzoni. “Una prof ha detto che Manzoni si è suicidato buttandosi in un pozzo!”, questo il j’accuse di un alunno di liceo nei confronti del suo insegnante. Ma i ragazzi non si mostrano teneri neanche nei confronti dei compagni di classe. Anzi, si sbizzarriscono a riportarne gli errori, alcuni davvero esilaranti: “Mi è capitato che un mio compagno dicesse che il X Agosto fu scritta da Manzoni”; “Un mio compagno disse che fu lui l'autore della Divina Commedia. Anzi, più di uno!”. E il gioco delle attribuzioni (sbagliate) continua, con buona pace del diritto d’autore. “Ho sentito in classe che Alessandro Manzoni scrisse "L'infinito" di Giacomo Leopardi!”. E viceversa: “Leopardi ha scritto “Il cinque maggio!”.
In effetti la confusione tra i due poeti la fa da padrona nelle nostre scuole. Perché sembra che qualcuno sia convinto che Alessandro (non Giacomo) fosse innamorato di una certa Silvia o che lo scrittore milanese autore dei “Promessi Sposi” fosse originario di Recanati. C’è però anche chi dice che il celebre romanzo di Verga, “I Malavoglia”, sia firmato dal Manzoni. All’autore de “Il cinque maggio” - che, secondo il bizzarro pensiero di qualche liceale, sarebbe “dedicata a Giulio Cesare” - è stata pure affibbiata una anacronistica passione calcistica: è stato infatti descritto come un tifoso sfegatato dell’Atalanta.