La polizia di Cremona ha smantellato una rete di caporalato che sfruttava lavoratori stranieri pagandoli 3 euro l'ora per raccogliere indumenti usati da vendere poi nei mercati del Nord Africa. Tre persone sono finite in carcere, un'altra ai domiciliari. In una conversazione intercettata, un caporale si rivolgeva così a una vittima: "Col c... che domani mi chiedi i soldi, ti do due mazzate. Vai a casa, pakistano di m... che non sai lavorare".
Nell'ambito dell'operazione della Squadra Mobile della Questura di Cremona sono finiti in carcere un tunisino di 37 anni, il capo dell'organizzazione, e due fratelli marocchini, di 45 e 43 anni, suoi collaboratori. Per altri tre marocchini, gravitanti a Soresina, è stata disposta la misura dell'obbligo di dimora, eseguita per ora, solo nei confronti di un marocchino di 35 anni, domiciliato in provincia di Lodi, mentre gli altri due suoi connazionali sono attualmente irreperibili. Altre tre persone sono infine indagate a piede libero. L'unico italiano del gruppo, di 62 anni, napoletano residente nella provincia di Varese, è invece agli arresti domiciliari.
Le vittime delle vessazioni sono in tutto 16 - i più giovani di età compresa tra i 18 e i 20 anni, altri quarantenni - prevalentemente di origine africana. Erano state reclutate per caricare i container di stracci sulle navi che da Genova arrivavano in Tunisia per un giro d'affari tra i 200 e i 300mila euro.