All'Elfo Puccini di Milano dal 24 gennaio al 10 febbraio va in scena "Mai Morti", uno spettacolo che non può lasciare indifferenti. Il testo di Renato Sarti, autore impegnato sui temi della memoria storica, ripercorre attraverso i racconti di un uomo “mai pentito”, episodi della nostra storia ampiamente documentati, per far riflettere su come in Italia il razzismo e la xenofobia siano ancora ben piantati, visibili a occhio nudo e difficili da estirpare. In scena, Bebo Storti dà voce e corpo a un nostalgico delle “belle imprese” del ventennio fascista, ma che oggi è impegnato in prima linea contro extracomunitari, zingari, dorgati.
Il testo, prodotto dal Teatro della Cooperativa in collaborazione con il Teatro dell’Elfo, è stato rappresentato per la prima volta alla Maratona di Milano nel luglio 2000 e ha avuto lunghe tournée (nel 2004 è andato anche in scena nella stagione del Piccolo Teatro di Milano).
Mai Morti era il nome di uno dei battaglioni della Decima Mas, formazione anti-partigiana che collaborò a stretto contatto coi nazisti. A questa, il personaggio protagonista guarda con delirante nostalgia. E durante una notte dei nostri giorni si abbandona a ricordi lontani e cari. Evoca le “gloriose” azioni della Ettore Muti, le torture praticate nelle stanze di quello che diventerà il Piccolo Teatro di Milano, ricorda le stragi compiute dall'Esercito Italiano in Africa e alcune vicende del passato più prossimo e del nostro presente: dalla strage di piazza Fontana del 1969 fino al G8 di Genova.
Un monologo dichiaratamente, volutamente e inequivocabilmente antifascista, un viaggio nel cuore nero dell’Italia, un teatro civile impegnato che attinge a uno dei capitoli più bui della storia contemporanea per guardare più nitidamente il nostro presente.