la storia

"Ok al cambio sesso a 17 anni": una minore di Genova potrà diventare uomo

I magistrati hanno accolto la richiesta dei genitori: l'intervento invasivo va fatto subito per tutelare il benessere della persona

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Alessia si sente maschio da quando aveva 10 anni e ora, anche se ha soltanto 17 anni, potrà completare il percorso che lo farà diventare a tutti gli effetti Alessio. A stabilirlo è stato il Tribunale di Genova che si è pronunciato favorevolmente sul ricorso presentato dai genitori di una 15enne (che nel frattempo è cresciuta di altri 2 anni) con disforia di genere. A orientare i magistrati un unico obiettivo: "Il rispetto del benessere psicofisico" della persona.

Una scelta ponderata e consapevole - Come riferisce "La Stampa", la sentenza è stata depositata giovedì 17 gennaio e risponde a una richiesta fatta da padre e madre "tenendo imprescindibilmente conto della volontà della figlia". A sostegno del pronunciamento anche le perizie di uno psichiatra e di un edocrinologo che seguono Ale dai 14 anni. Come da loro scritto nelle carte processuali, "presenta una disforia di genere, non secondaria a condizioni di disturbo psicopatologico. L'identificazione con il sesso maschile è evidente e non appare legata a qualche presunto vantaggio culturale derivante dall'eventuale riattribuzione [...] Non sono emersi aspetti psicopatologici significativi o tali da controindicare l'inizio del trattamento ormonale. Durante gli incontri ha dimostrato coerenza alla decisione, evidenziando consapevolezza sulle conseguenze legali, ma soprattutto affettive e relazionali".

L'intervento chirurgico - Adesso Alessio potrà sottoporsi a un'operazione per la rimozione dell'utero che andrà ad aggiungersi alla rimozione dei seni, già effettuata nel 2017 in un ospedale di Barcellona (sotto la supervisione di medici italiani) perché in Italia sarebbe stato fuorilegge in assenza di una sentenza specifica. Come scrivono i magistrati, "l'adeguamento dei caratteri sessuali con trattamento chirurgico demolitorio ha lo scopo di assicurare il benessere psicofisico", autorizzando i genitori non soltanto a correggere i dati anagrafici, ma anche a "far effettuare alla figlia minorenne ogni ulteriore trattamento medico-chirurgico ritenuto necessario all'adeguamento dei suoi caratteri e organi sessuali, primari e secondari, da femminili a maschili". Come previsto in casi analoghi, gli interventi chirurgici necessari alla riassegnazione del genere agli occhi della legge e il trattamento ormonale saranno a carico del sistema sanitario nazionale che copre le cure principali per i transgender, ma non quelle di natura estetica.

I precedenti giuridici - Finora nell'ordinamento italiano c'erano tre casi di minori che avevano chiesto a un tribunale il via libera a cambiare sesso, ma si trattava sempre di transizioni dal genere maschile a quello femminile, con interventi che secondo i medici sono considerati meno invasivi rispetto al caso di Alessio.

La testimonianza della mamma - Mamma Denise racconta la vicenda vissuta dalla sua famiglia con molta naturalezza: "Lo avevo intuito da quando era bambino, ma il giorno in cui ha avuto le mestruazioni ha cambiato espressione, ho sentito come se mio figlio fosse morto dentro e nelle settimane e nei mesi seguenti non mi raccontava mai quando aveva il ciclo, era evidente che fosse un aspetto della sua vita da rimuovere: lo osservavo, quei felponi a coprire il seno precoce e abbondante, pensavo fosse gay, volevo solo confrontarmi con lui. Una sera si è avvicinato: 'Ale, vuoi che andiamo da uno psicologo? Noi ti saremo vicini sempre'. Quando ha avuto la certezza del sostegno famigliare si è aperto: 'Mamma, vedi, è che mi sento proprio un uomo, non una ragazza, è questo che devo dirti'. Ci siamo abbracciati, abbiamo semplicemente cominciato da lì".