La premier britannica Theresa May ha ottenuto la fiducia del Parlamento. La mozione contro il governo, presentata dal leader dell'opposizione laburista Jeremy Corbyn, è stata respinta con 325 voti contro 306. Il governo ha mantenuto la maggioranza per soli 19 voti, nonostante la sconfitta pesante sull'accordo sulla Brexit. Niente nuove elezioni, dunque, ma la missione più difficile resta ancora da compiere: realizzare la Brexit senza caos.
Corbyn assente al primo giro di incontri con i leader d'opposizione - La May, subito dopo aver superato la mozione di sfiducia, ha cominicato un giro di incontri con alti rappresentanti dei partiti in Parlamento per i negoziati sulla Brexit. "Sono pronta a lavorare con ogni membro di questa Camera per portare a compimento la Brexit", ha dichiarato la May, invitando i leader dei partiti di opposizione a trovare un percorso condiviso che porti il Paese avanti. Al primo tavolo hanno partecipato i vertici dei LibDem, Snp e Plaid Cymru, ma non il numero uno del partito di gran lunga più importante, il laburista Jeremy Corbyn.
Poi la May presenterà un piano B - La premier britannica ha quindi annunciato che il suo approccio a questi incontri sarà "con uno spirito costruttivo" e ha invitato gli altri a fare lo stesso. Poi lunedì tornerà di nuovo alla Camera dei Comuni per presentare un piano B, alla luce di quello che sarà emerso dagli incontri.
"L'obiettivo è portare a compimento la Brexit" - Dicendosi "contenta" che la Camera abbia "espresso la sua fiducia al governo", la May ha assicurato che non prende "questa responsabilità alla leggera". "Continueremo a lavorare - ha detto - per mantenere la solenne promessa che abbiamo fatto al popolo di questo Paese, di portare a compimento il risultato del referendum e lasciare l'Unione europea. Credo che questo dovere sia condiviso da ogni membro di questa Camera".
Corbyn alla May: "Discutiamo ma togliere dal tavolo il no deal" - Il leader dell'opposizione laburista britannica, Jeremy Corbyn, si è detto disposto a incontrare la May sul dossier Brexit, ma ha chiesto alla premier Tory di "togliere dal tavolo" qualunque ipotesi di divorzio no deal dall'Ue. Anche il capogruppo degli indipendentisti scozzesi dell'Snp, Ian Blackford, ha detto sì a un confronto "costruttivo" con May, pur ribadendo la differenza delle posizioni.
Cosa potrebbe succedere adesso? Quello che gli ambienti economici temono di più è lo scenario di un no deal. La May potrebbe impegnarsi a tornare a negoziare con Bruxelles oppure chiedere un rinvio della data della Brexit, fissata al momento per il 29 marzo. Altra opzione sarebbe quella di un secondo referendum, finora sempre respinta dalla premier.
"Mai il rischio no deal è stato così alto", ha avvertito il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier. Dalla Commissione Ue, intanto, il presidente Jean-Claude Juncker ha ribadito che "l'accordo è un compromesso equo e il miglior accordo possibile". Secondo il Times, l'Ue sta valutando l'ipotesi di rinviare la Brexit fino al 2020, dopo che Francia e Germania hanno espresso la loro disponibilità a estendere i negoziati sul divorzio vista la situazione politica interna del Regno Unito. Diplomatici e funzionari Ue, riporta il Times, stanno vagliando le vie legali per rinviare l'uscita di Londra dall'Ue fino al prossimo anno, mentre finora le pianificazioni erano state incentrate su un eventuale ritardo di tre mesi rispetto al 29 marzo.