Oltre 50 anni di storia, il gruppo più longevo di sempre. Una storia di cui Beppe Carletti è stato protagonista sin dal primo giorno e che ora ha chiuso nelle pagine di "Questi sono i Nomadi e io sono Beppe Carletti", il libro scritto in collaborazione con Marco Rettani. Un racconto che ripercorre questi anni in un ideale dialogo con Augusto Daolio, primo cantante della band, scomparso nel 1992, che con Carletti è stato l'anima dei Nomadi.
Un dialogo immaginario che si svolge durante un viaggio in macchina notturno, al termine di un concerto. E' l'occasione per rivivere un'avventura meravigliosa, dagli inizi ai giorni nostri. Da quando i Nomadi ancora non esistevano ma c'erano "I Monelli", primo gruppo nel quale Carletti ha iniziato a suonare.
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Il racconto è godibile, non mancano i retroscena, il racconto dei successi ma anche dei momenti difficili, come in quell'annus horribilis 1992, con la malattia e la morte di Augusto. Un passaggio chiave, che avrebbe potuto significare la fine del gruppo e che invece fu solo un punto di svolta, la fine di una prima fase gloriosa e l'inizio di una seconda. Mettere la storia del gruppo sotto forma di dialogo con Daolio è l'espediente usato per certificare una volta per tutte che Augusto è ancora parte della storia dei Nomadi, mai dimenticato
E Carletti inoltre ci mette del pepe. Un bel po' di pepe. Perché nel corso di tutto il libro i momenti in cui si toglie qualche sassolino (che in alcuni casi diventano macigni) dalle scarpe sono numerosi. In particolare Carletti non risparmia frecciate senza tanti giri di parole nei confronti di ex componenti del gruppo come Umbi Maggi, Cristiano Turato e, soprattutto, Danilo Sacco, il cantante che sostituì Daolio per poi andarsene creando una frattura anche nella fan base della band.
Ma trovano spazio anche le polemiche con chi lo ha accusato in varie occasioni di speculare sulla memoria Augusto o di contro di non onorarla abbastanza e, in ultimo, di gestire i Nomadi come fossero cosa sua (come se si potesse dire che non lo sono...). In alcuni passaggi si ha proprio l'impressione di trovarsi di fronte a una resa dei conti dopo aver ingoiato tanti rospi nel corso degli anni. Sicuramente ne esce un quadro con luci e ombre, e come tale apprezzabile, per quanto parziale e limitato al punto di vista di Carletti, perché diverso dalle classiche autobiografie santificate dove i passaggi scomodi vengono tralasciati sull'altare dell'agiografia. Che siate "Carlettiani" o critici, se avete amato i Nomadi è una lettura imprescindibile.
Beppe Carletti con Marco Rettani
"Questi sono i Nomadi e io sono Beppe Carletti"
Mondadori
150 ppgg - 19 euro