Resta ancora aperta la partita sulla presidenza della Consob. La guida della commissione di garanzia è infatti vacante dal settembre 2018, quando Mario Nava rassegnò le proprie dimissioni. Il nome attualmente in pole position è quello di Marcello Minenna, benedetto anche da Matteo Salvini che da dichiarato: "Ha un buon curriculum, non c'è nessun problema" con l'auspicio che "si decida in fretta, basta che ci sia uno competente". La nomina però slitta ancora per un presunto veto da parte del Colle.
A dare lo stop all'ex assessore al Bilancio di Virginia Raggi, nonché già componente della Consob, sarebbero, secondo il senatore M5s Elio Lannutti, le riserve del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La preferenza del Quirinale sarebbe per un nome di alto profilo e comprovata indipendenza, quindi non una personalità già inserita nella Consob. Tant'è vero che in ambienti leghisti circolano i nomi di altre figure, tra cui Donato Masciandaro, Carlo Maria Pinardi e Alberto Dell'Acqua, tutti della Bocconi.
Nomi che però non avrebbero ancora fatto ingresso nel palazzo del Quirinale, neanche come ipotesi. Al momento il dato più rilevante è il sostegno del senatore Lannutti che, quando militava in Idv, presentò addirittura una interrogazione parlamentare proprio in merito alla carriera di Minenna all'interno di Consob.
Nell'interrogazione del 13 luglio 2010 Lannutti parlava delle assunzioni e degli avanzamenti di carriera all'interno della Consob denunciandone favoritismi. Tra questi c'era anche Minenna "il cui principale sponsor è il padre - si legge nell'interrogazione - ingegnere responsabile della direzione del settore lavori dell'ANAS". A ottobre del 2018 la svolta. Lannutti, molto vicino a Di Maio, quando si apre il caso Consob dopo le dimissioni di Nava twitta: "Servono candidati forti, specchiati, competenti e autorevoli, come il prof. Marcello Minenna".