L'uomo che ha riversato migliaia di litri di polvere di marmo in un tombino a Napoli, facendoli poi finire nel mare del porto Sannazzaro di via Mergellina, potrebbe cavarsela con una semplice multa. E' quanto prevede il codice penale per il reato di inquinamento ambientale, di cui l'uomo, un autospurgatore di Caivano reo confesso del disastro, è accusato.
Sono stati gli uomini della polizia municipale di Napoli, grazie alle telecamere installate in viale Gramsci, a individuare il responsabile dello sversamento in mare dei materiali che hanno colorato di bianco lo specchio d'acqua di Mergellina. Lui pensava di cavarsela approfittando di uno spurgo dove era stato chiamato, ma per lo sversamento della poltiglia biancastra ha sbagliato chiusino e tutto è finito in mare.
L'uomo - come ricostruisce il Mattino - prima ha negato ogni accusa, poi, davanti alle immagini che lo ritraggono in pieno giorno mentre sversa nel tombino il carico tossico della sua autocisterna, ha ammesso le sue responsabilità. Al momento è indagato a piede libero per inquinamento ambientale, ma il sospetto degli investigatori è che in passato l'uomo avesse già smaltito in modo illecito altri carichi di rifiuti tossici. Ad aggravare la posizione dell'indagato potrebbero arrivare anche i risultati degli esami tossicologici dell'Arpac, che potrebbero dichiarare il disastro ambientale. In questo caso, le pene previste vanno dai 5 ai 15 anni di carcere.
"Faccio un appello ai cittadini perché segnalino a chi di dovere i reati ambientali cui assistono. Non lasciamo che il corpo della nostra città venga insultato e maltrattato", ha dichiarato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, annunciando che "il Comune si costituirà parte civile per i danni provocati all'ambiente, alla salute e all'immagine della città".