IL DOLORE

Bimba morta sulla pista da sci, la lettera dell'infermiere al papà: "Non è colpa tua"

L'uomo che ha suggerito le manovre di rianimazione per tentare di salvare la piccola: "Hai fatto tutto quelli che potevi per tua figlia"

© ansa

Ha guidato il papà di Camilla perché facesse tutto il possibile per rianimarla dopo lo schianto della piccola sulle piste da sci in Alta Val di Susa (Torino). Al telefono, l'infermiere del 118 gli ha consigliato le manovre da fare per salvare la piccola, ma il tentativo disperato di tenere in vita la bambina è fallito. All'indomani della tragedia, quell'infermiere ha deciso di scrivere a Camilla, e al suo papà, una lettera, pubblicata dall'edizione torinese della "Repubblica". Per dire a lui che non è vero che la colpa di questa tragedia sia sua, per dirgli che lui ha fatto il possibile per salvare la sua bambina, per mandargli un forte abbraccio.

LA LETTERA - "Sono l’infermiere che per interminabili istanti ha guidato il papà di quella povera piccola durante la rianimazione telefonica, fino all’arrivo dei primi soccorsi. Vorrei solo dire a quella povera famiglia che il loro dolore mi giunge come una pugnalata. Vorrei che tutto fosse andato diversamente, vorrei abbracciarli forte perché credo che le parole di quell’eroico papà, mentre eseguiva ogni manovra rianimatoria che gli veniva consigliata, non le dimenticherò mai. Le sue grida di dolore mentre invocava il nome della sua piccola, mentre gridava: «Ma è la mia bambina...».

Faccio questo lavoro da molti anni ormai e sono papà di un piccolo esserino da tre, e non vedevo l’ora di uscire dal lavoro per tornare a casa ed abbracciarlo. Lavoro sull’elicottero e nella gestione di esso e tutti i miei colleghi e amici coinvolti nella gestione di questo intervento sono tornati a casa con le lacrime agli occhi. Rivestiamo noi stessi di dure corazze ma, come qualcuno mi ha fatto notare, sono solo piene di buchi e lasciano profonde cicatrici che solo chi combatte può avere il diritto di portare. Questa sarà una cicatrice davvero profonda.

Addio Camilla, non ti ho conosciuta ma avrei voluto farlo mentre ti vedevo sorridente e felice. Ciao papà, sei stato davvero un eroe, credo difficilmente avrai pace ma sappi che hai fatto tutto quello che potevi nel modo migliore, seguendomi attentamente. Eri i miei occhi e le mie mani e io, per quanto posso, sarò un po’ del tuo cuore e porterò per te un po’ di quell’enorme dolore. Non addossarti colpe, hai avuto la colpa di cercare la sua felicità in ogni atomo.

Ciao mamma, nonna, amici, conoscenti, e chiunque in qualche modo, come me, pensa che tutto questo non dovesse succedere. Non so se queste parole arriveranno a qualcuno, vorrei avere la forza e la possibilità di venire ad abbracciarvi ma ho solo paura di contribuire a crearvi ancora più dolore. Vi scrivo piangendo e senza neppure aver la forza di rileggere, non cerco protagonismo ma solo la possibilità che qualcuno vi porti queste parole. Addio Camilla, eri piccola, troppo piccola per lasciare questo mondo senza i tuoi sorrisi. Non sono un fervido credente ma una preghiera ogni sera te la sto dedicando e spero che, ovunque tu sia, sorrida e porti conforto ai tuoi genitori e ai tuoi nonni".