Nel "tempo dei social" in cui "molti vivono connessi in rete", il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica non è comunque "un rito formale". Così il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha iniziato il suo discorso di auguri. Sottolineando poi che gli italiani sentono "l'esigenza di unità e di sentirsi comunità", che significa "condividere valori, prospettive, diritti e doveri" ma anche "pensarsi dentro un futuro comune".
Il discorso di fine anno, ha spiegato Mattarella, "mi assegna il compito di rivolgere, a tutti voi, gli auguri per il nuovo anno: è un appuntamento tradizionale, sempre attuale e, per me, graditissimo. Permette di formulare, certo non un bilancio, ma qualche considerazione sull'anno trascorso. Mi consente di trasmettere quel che ho sentito e ricevuto in molte occasioni nel corso dell'anno da parte di tanti nostri concittadini, quasi dando in questo modo loro voce. E di farlo da qui, dal Quirinale, casa di tutti gli italiani".
Sentirsi comunità - Il capo dello Stato ha quindi sottolineato come sentirsi comunità significhi "responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese". E vuol dire anche "essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee; rifiutare l'astio, l'insulto, l'intolleranza, che creano ostilità e timore".
La sicurezza - Il presidente della Repubblica ha quindi sottolineato che "la domanda di sicurezza è particolarmente forte in alcune aree del Paese, dove la prepotenza delle mafie si fa sentire più pesantemente. E in molte periferie urbane dove il degrado favorisce il diffondersi della criminalità". E ha chiarito che "non sono ammissibili zone franche dove la legge non è osservata e si ha talvolta l'impressione di istituzioni inadeguate, con cittadini che si sentono soli e indifesi". La vera sicurezza, ha quindi specificato, "si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza". Ma sicurezza "è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati dopo una vita di lavoro: tutto questo si realizza più facilmente superando i conflitti e sostenendosi l'un l'altro".
No alle "tasse sulla bontà" - Mattarella è quindi passato a parlare di un tema che negli ultimi giorni ha sollevato non poche polemiche, la tassazione sul non profit. E ha spiegato che "vanno evitate 'tasse sulla bontà', perché "le realtà del Terzo Settore, del non profit, rappresentano una rete preziosa di solidarietà, hanno ben chiara la pari dignità di ogni persona e meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni, anche perché, sovente, suppliscono a lacune o a ritardi dello Stato negli interventi in aiuto dei più deboli, degli emarginati, di anziani soli, di famiglie in difficoltà, di senzatetto".
Italia Paese solidale - Il volontariato e la solidarietà, del resto, sono settori dei quali "il nostro Paese è ricco. Spesso la società civile è arrivata, con più efficacia e con più calore umano, in luoghi remoti non raggiunti dalle pubbliche istituzioni. Ricordo gli incontri con chi, negli ospedali o nelle periferie e in tanti luoghi di solitudine e di sofferenza dona conforto e serenità. I tanti volontari intervenuti nelle catastrofi naturali a fianco dei Corpi dello Stato". E', secondo il capo dello Stato, l"Italia che ricuce e che dà fiducia". Anche per questo "non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società".
Debellare la violenza nel calcio - E volontariato e solidarietà sono anche "l'immagine dell'Italia positiva, che deve prevalere. Il modello di vita dell'Italia non può essere - e non sarà mai - quello degli ultrà violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi. Alimentano focolai di odio settario, di discriminazione, di teppismo. Fenomeni che i pubblici poteri e le società di calcio hanno il dovere di contrastare e debellare. Lo sport è un'altra cosa".
Il debito pubblico ipoteca per i giovani - Il presidente della Repubblica ha quindi toccato il tema della crescita e del lavoro, sottolineando come "molte sono le questioni che dobbiamo risolvere. La mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili. L'alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani. La capacità competitiva del nostro sistema produttivo che si è ridotta. Le carenze e il deterioramento di infrastrutture. Le ferite del nostro territorio. Dobbiamo aver fiducia in un cammino positivo. Ma non ci sono ricette miracolistiche". A produrre risultati può quindi essere "soltanto il lavoro tenace, coerente, lungimirante. Un lavoro approfondito, che richiede competenza e che costa fatica e impegno. Traguardi consistenti sono stati raggiunti nel tempo, frutto del lavoro e dell'ingegno di intere generazioni che ci hanno preceduto".
Il servizio sanitario motore di giustizia - Ad esempio, Sergio Mattarella ha citato il Servizio sanitario nazionale, del quale "abbiamo da poco ricordato i quarant'anni. E' stato, ed è, un grande motore di giustizia, un vanto del sistema Italia, che ha consentito di aumentare le aspettative di vita degli italiani, ai più alti livelli mondiali. Non mancano difetti e disparità da colmare, ma si tratta di un patrimonio da preservare e da potenziare".
Scongiurata la procedura d'infrazione Ue - Infine, il tema caldo delle ultime settimane: la Manovra. "Ieri sera - ha detto il presidente della Repubblica - ho promulgato la legge di bilancio nei termini utili a evitare l'esercizio provvisorio, pur se approvata in via definitiva dal Parlamento soltanto da poche ore. Avere scongiurato la apertura di una procedura di infrazione da parte dell'Unione europea per il mancato rispetto di norme liberamente sottoscritte è un elemento che rafforza la fiducia e conferisce stabilità".
Manovra da verificare - Nonostante la firma della legge, però, "la grande compressione dell'esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali richiedono adesso un'attenta verifica dei contenuti del provvedimento. Mi auguro vivamente che il Parlamento, il governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto; e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto".
Il futuro dell'Italia è in Ue - A conclusione, il capo dello Stato ha chiarito che "la dimensione europea è quella in cui l'Italia ha scelto di investire e di giocare il proprio futuro; e al suo interno dobbiamo essere voce autorevole". Anche attraverso le elezioni europee, che sono "uno dei più grandi esercizi democratici al mondo: più di 400 milioni di cittadini europei si recheranno alle urne. Mi auguro che la campagna elettorale si svolga con serenità e sia l'occasione di un serio confronto sul futuro dell'Europa".