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Galles: 43enne trovato morto con il controller in mano, ma la colpa non è dei videogiochi

Simon Lee Shanks era rimasto in piedi a giocare ai videogiochi con un amico ed è stato trovato senza vita nella sua abitazione il mattino seguente

IGN

I videogiochi si sono rivelato ultimamente un’utile passatempo,a causa della pandemia da Covid-19 e delle restrizioni che hanno costretto milioni di persone a restare chiuse in casa. Ma non sempre purtroppo le notizie di cronaca che arrivano dal mondo videoludico sono confortanti. L’ultima di queste proviene dal Galles, dove un giocatore è stato trovato morto sul suo divano ancora aggrappato al suo controller Xbox dopo una sessione di gioco durata tutta la notte.

I tabloid locali hanno svelato che lo scorso ottobre, Simon Lee Shanks e un amico avevano giocato insieme fino a mezzanotte nella sua casa di Loughor, Swansea in Galles. A quel punto quest’ultimo era andato a letto, trovando il compagno 11 ore dopo senza vita "sul divano, in posizione seduta, ancora aggrappato al controller di Xbox". Inevitabile, a quel punto, il pensiero che i videogiochi potessero essere in qualche modo "colpevoli" del decesso.

I paramedici sono intervenuti tempestivamente, ma nonostante i loro sforzi il 43enne è stato dichiarato morto poco dopo mezzogiorno. Nella cittadina è stata dunque avviata un’inchiesta durante questa settimana, che ha appurato diversi dettagli nel tentare di scoprire le cause del decesso, quali la rottura di una relazione amorosa, a seguito della quale il giocatore aveva iniziato a "bere pesantemente" e a soffrire di problemi di salute mentale.

Il suo amico ha rivelato alla polizia sulla scena del crimine che Simon non aveva preso alcuna droga durante la notte e di solito dormiva sul divano. "Gli agenti non hanno trovato alcuna prova dell'uso di droga. Non c'erano segni di disturbo o di effrazione. Mentre la morte di Simon non era sospetta, solo inspiegabile", ha aggiunto. L'autopsia ha rilevato un ispessimento cardiaco, mentre il rapporto tossicologico ha evidenziato "livelli terapeutici" di farmaci prescritti, nonché di altre sostanze come metadone, cocaina e morfina.

In conclusione, dunque, l’inchiesta chiuderà il caso come morte legata all’uso di sostanze stupefacenti, sciogliendo dalla presunta accusa il mondo dei videogiochi che, suo malgrado, ne esce completamente scagionato.

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