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Manovra, commissione Camera vota mandato al relatore

Opposizioni sul piede di guerra per il mancato esame degli emendamenti e dopo le stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio che ha parlato di un "aumento della pressione fiscale al 42,4"

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La commissione Bilancio della Camera ha approvato, con i voti della maggioranza M5s-Lega, il mandato al relatore sulla Manovra, convocata nell'Aula di Montecitorio. Pd e Forza Italia hanno votato contro. L'opposizione in commissione ha protestato perché il testo è stato inviato in Aula "senza discutere né votare" i circa 350 emendamenti che erano stati presentati alla legge di bilancio.

Il via libera finale è atteso per sabato 29 dicembre. La Legge di bilancio deve essere necessariamente approvata entro il 31 dicembre per evitare l'esercizio provvisorio.

Scontro con i parlamentari Pd, bagarre in Commissione - Prima del voto, nel corso della serata di giovedì, si sono registrati anche attimi di tensione. Il titolare del Mef stava parlando, quando dai banchi dell'opposizione si sono levate lamentele, alle quali il ministro ha risposto: "Mi avete massacrato per un'ora, potrò rispondere o no?". I parlamentari del Pd hanno iniziato un botta e risposta con i colleghi della maggioranza, tanto da costringere il presidente Claudio Borghi a richiamare più volte all'ordine i commissari.

Pd: "Manovra alza pressione fiscale ed è stata approvata senza nessun esame" - La posizione del Pd è stata spiegata dal capogruppo in commissione Bilancio alla Camera, Luigi Marattin che, poco dopo il voto, ha commentato: "Una manovra che, come certificato dall'ufficio parlamentare di bilancio, alza la pressione fiscale e diminuisce gli investimenti. E che per giunta nasce sei giorni fa e viene approvata senza che i due rami del Parlamento abbiano potuto esaminarla. Direi un capolavoro, sia nel merito che nel metodo".

Ufficio parlamentare di bilancio: "Aumenta pressione fiscale" - Marattin, parlando di aumento di pressione fiscale, ha fatto riferimento alle stime fornite dal presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, che rispondendo alle domande in commissione Bilancio della Camera, aveva spiegato che "la pressione fiscale salirà nel 2019 al 42,4% del Pil dal 42% del 2018". "Negli anni successivi, se non considerate le clausole che valgono un punto e due, un punto e 5 in più, si arriva al 42,8% nel 2020 e al 42,5% nel 2021, ma sono numeri che vanno un po' verificati. Il messaggio sostanziale è che c'è un leggero aumento che poi rimane stabile".

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