"Non c'è dubbio che sia una sconfitta dello Stato, è compito dello Stato tutelare tutti i cittadini, ma soprattutto i pentiti che sono fondamentali per combattere la criminalità organizzata che è ancora potente, feroce e presente non solo nei territori d'origine ma anche nel resto d'Italia". Così Pietro Grasso, ex presidente del Senato ed ex magistrato, ha commentato a Tgcom24 l'uccisione di Marcello Bruzzese, il 51enne fratello di un collaboratore di giustizia che è stato freddato a colpi di pistola in pieno centro a Pesaro. Durante la trasmissione "Dentro i fatti" sono intervenuti sulla vicenda anche il giornalista Klaus Davi e Roberto Pennisi, magistrato della direzione antimafia.
Il leader di Liberi e Uguali ha commentato anche la recente dichiarazione di Salvini secondo il quale "tra pochi mesi la mafia sarà distrutta". "Io me lo auguro, ma ne dubito, soprattutto se i problemi si affrontano con una leggerezza simile come in questo caso - ha detto Grasso. - Quando ero procuratore nei programmi di protezione rientrava anche il cambio di generalità. In questo caso le cose sono due o mancano le risorse o c'è un'altra politica", ha detto il leader di Liberi e Uguali in merito al fatto che la vittima avesse mantenuto il suo nome e cognome nonostante vivesse sotto protezione. Le sue generalità apparivano anche fuori dalla porta di casa. Grasso ha commentato anche il post di Salvini che ha scatenato una polemica in rete e in cui si vede il vicepremier mangiare pane e Nutella. "Quando nel Paese succedono cose così gravi non si possono postare sui social immagini di tale leggerezza. E' un momento particolare e la sicurezza del Paese dipende anche dal ministro dell'Interno".
Pennisi: Il sistema di protezione funziona - "Se pensiamo al numero di collaboratori di giustizia che esistono in Italia e al numero di parenti delle vittime che godono della protezione, possiamo dire che il sistema funziona perché se così non fosse i corpi si raccoglierebbero con le ruspe", ha detto Roberto Pennisi, magistrato della direzione antimafia. Pennisi ha ricordato anche quando il fratello della vittima ha iniziato a collaborare con la giustizia. "Biagio Girolamo Bruzzese si pentì e cominciò a collaborare in aula proprio con me, era un collaboratore di estrema serietà".
Klaus Davi: Le istituzioni hanno sottovalutato il pericolo - "E' evidente che le istituzioni abbiano sottovalutato il pericolo e che a Bruzzese non è stata fornita una protezione adeguata. Oggi è passato un messaggio grave da parte della 'ndragheta e il messaggio è: 'siamo noi i padroni e facciamo quello che vogliamo e dove vogliamo'". E' il commento del giornalista Klaus Davi. "La 'ndragheta ha dato così una terribile lezione allo Stato. E la politica dovrebbe fare di più per combattere la mafia, ma non è facile andare addosso alla 'ndragheta, è molto più semplice andare addosso ai migranti che sono più indifesi. Spero che dopo la vicenda di Pesaro la politica rifletta di più e non pensi di poter risparmiare sulla scorta, come è già successo".