Sono finite persino in tv a "Non è l'Arena" di Massimo Giletti per denunciare dieci anni di vessazioni e intimidazioni al fine di costringerle a lasciare l'azienda di famiglia, che produce formaggio e cereali a Corleone (Palermo). In paese, Irene, Gioacchina e Anna Napoli solo le "sorelle fuori di testa", perché hanno osato ribellarsi alla mafia dei pascoli. Finalmente la magistratura si è mossa: i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal gip, nei confronti di tre persone per tentativo di estorsione: Simone La Barbera detto 'il lungo', Antonino Tantillo detto 'Nene'' e Liborio Tavolacci.
Le sorelle Napoli, insieme alla madre Gina La Barbera, sono proprietarie di un terreno a Corleone (Pa) e da oltre dieci anni denunciano intimidazioni e minacce perpetrate al fine di costringerle a cedere l'attività agricola.
Le indagini che hanno portato ai tre arresti furono avviate nel 2015 dopo le denunce delle donne; gli investigatori appurarono che la recinzione attorno al podere fu più volte tagliata per introdurre animali con lo scopo di danneggiare il raccolto; inoltre, in tre occasioni, fu rotto il lucchetto del casolare e furono uccisi due cani.
Pur ritenendo provato il tentativo di estorsione, la Procura aveva chiesto l'archiviazione non avendo raccolto elementi nei confronti degli indagati. Le indagini sono state riaperte in seguito alla denuncia per calunnia presentata da Simone La Barbera contro le sorelle Napoli; gli inquirenti hanno svolto così degli approfondimenti anche attraverso intercettazioni, raccogliendo le prove che inchioderebbero La Barbera e i suoi complici.
Secondo quanto accertato dalle indagini nel dicembre del 1998, Antonino Tantillo avrebbe teso un agguato a Irene e Ina Napoli bloccando l'automobile; scese dal mezzo, le donne furono prese a colpi di pietre. All'aggressione avrebbe assistito Epifanio Mastropaolo, attuale sindaco a Godrano (Pa), che convinse le sorelle Napoli a non denunciare Tantillo, portandole da Nicola La Barbera detto "Don Cola", boss poi defunto, che ordinò la cessazione delle invasioni nei terreni delle donne. I danneggiamenti, secondo le indagini, ricominciarono dopo la morte del boss.
Le tre sorelle, isolate dal resto del paese, sono arrivate persino in tv a denunciare la situazione. Ad occuparsene a livello politico è stata l'ex deputata di Forza Italia Nunzia de Girolamo, già ministro delle Politiche Agricole, ambientali e forestali.