E' una guerra a suon di ordinanze e divieti quella dei comuni italiani contro i ciclisti. Da Livigno a Venezia, da Lipari fino a Ravenna e pure a Trieste, cresce il numero delle città che vietano il transito alle biciclette nei centri storici. Adesso è la volta di Desenzano del Garda, che si aggiunge alla lista degli "insofferenti" e non consente l'accesso sulle due ruote ecologiche anche sul lungolago.
"Le bici intralciano i pedoni, vanno zigzagando nelle vie dello shopping, in barba alla buona educazione - dice qualcuno a Desenzano –. Il loro parcheggio disordinato rovina gli scorci più pittoreschi del paese". Sarà per questo motivo, forse, che il primo cittadino della località turistica sul Garda ha bandito le due ruote dalle pregiate vie cittadine, così come il sindaco della vicina Salò che si limita, però, ai soli mesi estivi.
Ma sono molti altri i comuni che vietano l'accesso ai ciclisti nelle aree della zona a traffico limitato. Tra questi Rovereto, Ravenna e Legnano. "Bisogna tutelare l'incolumità dei pedoni", dice il sindaco della provincia di Milano.
Venezia, da sempre di vocazione acquatica e pedonale, concede l'uso dei pedali solo ai bambini e in orari stabiliti. Il futuro delle bici in città sembra insomma quello di essere legate a un palo. E forse neppure quello. visto che ci sono molte amministrazioni che vietano e multano anche il "parcheggio".