"Non abbiamo mai pensato al 2,4% come un dato simbolico, un indice di sfida all'Europa, ma come fondo per una somma che ci consentiva di non tradire l'impegno con i cittadini. Nel momento in cui si sono liberate altre risorse abbiamo potuto elaborare la seconda proposta". Lo ha dichiarato il premier Giuseppe Conte da Bruxelles. "Non ho dovuto convincere - ha spiegato - né Di Maio né Salvini" sul ribasso del deficit.
Il premier Giuseppe Conte parla della trattativa serrata con la Ue per arrivare a limare i conti della Manovra fino al punto di evitare la temuta procedura di infrazione. "Siamo consapevoli che questa interlocuzione" con l'Ue "implica uno sforzo da entrambe le parti, che può e deve produrre un cambio di prospettiva positivo per tutti. Stiamo lavorando proprio con questo obiettivo: rilancio dell'economia, equilibrio nei conti e rispetto degli impegni presi" sottolineando che l'Italia "non merita" un'eventuale procedura "per il senso di responsabilità e serietà con cui questa manovra è stata scritta".
Intanto però la trattativa con l'Ue procede a ritmi serrati, lavorando "a oltranza, anche nelle ore notturne". L'obiettivo di entrambe le parti è chiudere entro lunedì. L'atmosfera, rispetto a sole 24 ore fa, è migliore anche se il passo che resta da fare è ancora significativo: manca uno 0,3% del Pil, fanno sapere fonti qualificate, cioè circa cinque miliardi. E se non bastasse, arriva anche una nuova doccia gelata sulle prospettive economiche del Paese: il Pil quest'anno, secondo Bankitalia, crescerà dello 0,9% rispetto alle precedenti stime dell'1,2%. Conte però sembra orientato a tenere il punto su quel 2,04% di rapporto deficit/pil che sembra considerare un passo in avanti dell'Italia non ulteriormente ritoccabile."Se dovessimo scendere da quei saldi e questo significasse, come probabilmente significherebbe, dover tirare a sorte tra una platea di destinatari delle nostre misure, non lo faremo mai" - ha affermato.
Ora il nemico è il tempo: l'emendamento alla manovra va presentato entro lunedì perché quello è anche il giorno in cui i capi di gabinetto dei commissari Ue devono decidere se preparare o meno la procedura contro l'Italia che finirebbe poi sul tavolo del Collegio di mercoledì. E' per questo che i tecnici del Tesoro e quelli della Commissione sono chiusi a studiare come 'aggiustare' la spesa strutturale. Inoltre, ancora resistono i dubbi sulla qualità delle misure: ritardare l'entrata in vigore di quota 100 e reddito, non fa che spostare il problema del deficit e debito al 2020 e 2021. Un dubbio però superabile, visto che rinviare il problema non è in conflitto con le regole. Il lavoro sui numeri proseguirà per tutto il weekend, e Tria sarà in contatto telefonico con Dombrovskis e Moscovici. Ma il rientro a Roma era necessario per rifare il punto, a metà negoziato, sui margini di manovra entro i quali può continuare a muoversi. Parallelamente al negoziato tecnico, c'è poi quello politico che è in mano al presidente Juncker: anche lui dovrà valutare i progressi fatti finora nella trattativa e decidere se la Commissione è disposta ad incontrare il Governo italiano a metà strada.