E' stato condannato a 22 anni di reclusione Valentino Talluto, il 34enne di origini siciliane accusato di aver contagiato con l'Hiv 32 persone. La prima Corte d'Assise d'Appello di Roma ha concesso uno sconto di pena di due anni poiché l'uomo è stato assolto per quattro episodi con formula dubitativa "per non aver commesso il fatto".
Valentino Talluto ha ascoltato impassibile i giudici che lo condannavano a 22 anni di carcere. E mentre la Corte d'assise d'appello pronunciava la sua decisione, confermando sostanzialmente l'impianto accusatorio della sentenza di primo grado, alcune delle vittime presenti in aula si sono lasciate andare a lacrime di delusione. Talluto è stato condannato per lesioni personali gravissime, lo stesso reato del primo grado, quando però aveva avuto 24 anni di reclusione.
La lieve riduzione concessa dai giudici è da attribuirsi con un'assoluzione parziale per quattro degli episodi contestati. La parte assolutoria della sentenza è motivata con la formula dubitativa: per i giudici un dubbio che il contagio di queste quattro ragazze (una delle quali alla lettura del dispositivo è scoppiata in lacrime, scappando dall'aula) sia stato provocato da Talluto.
Almeno 57 donne coinvolte - Complessivamente al giovane di origini siciliane venivano attribuiti 57 episodi, 32 di contagio diretto o indiretto, e 25 "scampati" grazie alla presenza di anticorpi; venticinque di queste ragazze si sono costituite parti civili (insieme con loro anche le associazioni "Bon't worry" e "Differenza Donna"). Secondo l'accusa Talluto, a partire dal 2006, avrebbe infettato le sue partner - alcune delle quali agganciate via internet su siti d'incontri - con rapporti sessuali non protetti. A tutte chiedeva di non usare il profilattico, per provare maggior piacere durante i rapporti, e tante lo avevano accontento. A conclusione del processo di primo grado, fu condannato a 24 anni di reclusione per le lesioni gravissime cagionate. Cadde però la pesante imputazione di epidemia dolosa.
Il Pg Simonetta Matone, nel motivare la sua richiesta di condanna a 30 anni di carcere, ha chiesto di ripristinare l'imputazione di epidemia. "Considerato il numero dei casi, il numero elevatissimo dei contagi - ha detto - questa condotta ha costituito un vero e proprio attentato alla salute pubblica. E' epidemia; siamo in presenza di un'epidemia scientemente provocata".
La parte civile ha fatto un appello accorato, ponendo il faro sulle vittime ("Ci sono 33 vittime, tutte giovani che avranno la loro vita segnata dall'Aids. E' una storia di violenza incredibile, senza una ragione, senza una motivazione. Solo un unico obiettivo: la volontà di contagiare", ha detto una degli avvocati), sulla sofferenza patita, su una vicenda che ha cambiato completamente la loro vita. Mentre per la difesa si sarebbe dovuto giungere a una sentenza assolutoria, in virtù di indagini ritenute "incomplete": "non viene fornita la motivazione della prova, su cosa si fondi. Talluto è stato già condannato a vita, lui sarà sempre considerato l"untore". Ma i giudici d'appello non sono stati d'accordo, sentenziando la condanna e la conferma dell'impianto accusatorio della pronuncia di primo grado.