C'è Jamal Khashoggi, il giornalista saudita assassinato a Istanbul, tra le Persone dell'Anno di Time. Il prestigioso settimanale Usa ha "nominato" per questo 2018 i "reporter in pericolo". Oltre al columnist ucciso nel consolato di Riad, vengono citati i giornalisti vittime della sparatoria alla Capital Gazette di Annapolis, come riferiscono la rivista stessa e la tv statunitense Nbc. Secondo Time sono loro i "guardiani" della vera informazione.
"Per avere assunto grandi rischi nel perseguire verità più grandi, per l'imperfetta ma essenziale ricerca dei fatti, per far sentire la propria voce e dire la propria, i 'Guardiani' Jamal Khashoggi, la Capital Gazette, Maria Ressa, Wa Lone e Kyaw Soe Oo sono persona dell'anno del Time", recita la motivazione addotta dal giornale.
Non solo Khashoggi, i giornalisti in pericolo - Khashoggi è stato ucciso il 2 ottobre all'interno del consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul. Capital Gazzette, invece, è il giornale di Annapolis, in Maryland, dove lo scorso 28 giugno un uomo ha aperto il fuoco uccidendo cinque dipendenti. Quanto a Maria Ressa, è una giornalista filippina che guida il sito di informazione Rappler preso di mira dal presidente delle Filippine Rodrigo Duterte. Wa Lone e Kyaw Soe Oo, infine, sono i due giornalisti di Reuters arrestati in Birmania, condannati a sette anni di carcere per il loro lavoro di documentazione delle violenze contro la minoranza Rohingya.
Quattro prime pagine diverse - È la prima volta che dei giornalisti vengono scelti come persona dell'anno dal magazine, che assegna questo titolo dal 1927. Inoltre, è la prima volta che una persona morta viene scelta come personalità più significativa dell'anno in corso. Visto che quest'anno il titolo di "persona dell'anno 2018" è condiviso, Time ha scelto di pubblicare quattro prime pagine diverse, una copertina per ogni giornalista o squadra di giornalisti.
"Battuto" Donald Trump - I reporter hanno dunque avuto la meglio su Donald Trump, già persona dell'anno 2016, che i bookmaker davano per favorito anche quest'anno. È la seconda volta consecutiva che il Time sceglie un gruppo e non una sola persona. Nel 2017 aveva scelto le persone che hanno "rotto il silenzio" contro le molestie sessuali con il movimento #MeToo, scatenando una serie di accuse contro gli uomini di potere nel mondo.