IN MANETTE LA FIGLIA DEL FONDATORE

Caso Huawei: Ue e Giappone esprimono "preoccupazione", Mosca attacca gli Usa | L'azienda: "Sorpresi e delusi"

Il ministro russo Lavrov: "Dagli Stati Uniti arroganza inaccettabile". La Casa Bianca: "Caso legato alla sicurezza nazionale"

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Sul caso Huawei "dobbiamo essere preoccupati perché Pechino ha fissato nuove regole in base a cui le imprese cinesi devono cooperare con l'intelligence" e "non è un buon segno quando le imprese devono aprire i loro sistemi ai servizi segreti". Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue al digitale, Andrus Ansip, dopo l'arresto della direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou. Timori condivisi anche da Tokyo che, secondo i media locali, sarebbe pronta a vietare l'utilizzo da parte della sua amministrazione di attrezzature dei gruppi cinesi Huawei e Zte, considerate a rischio dal punto di vista della sicurezza.

Pechino: "Tokyo assicuri parità di condizioni alle nostre imprese" - Il portavoce dell'esecutivo nipponico, Yoshihide Suga, si è limitato a segnalare che il Giappone "coopera strettamente con gli Stati Uniti" sui temi della sicurezza informatica. La Cina, dal canto suo, ha reso noto di essere "profondamente preoccupata", aggiungendo che Huawei e Zte operano legalmente in Giappone da lungo tempo. "Speriamo che il Giappone fornisca alle aziende cinesi presenti nel paese parità di condizioni e non faccia nulla per minare la fiducia reciproca e la cooperazione bilaterale", ha dichiarato Geng Shuang, portavoce del ministero degli Affari esteri.

Lavrov contro la Casa Bianca - Sulla vicenda è intervenuta anche la Russia che ha attaccato gli Usa. "Ritengo che sia ancora una volta un fenomeno della linea di applicazione extraterritoriale delle leggi nazionali - ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov -. In Canada, su richiesta americana, si è agito in questo modo, è una cosa inaccettabile. Un atteggiamento di grande arroganza politica e da superpotenza che nessuno accetta e che viene condannata dagli alleati degli Usa. Bisogna porre fine a tutto questo".

Usa: "Caso legato alla sicurezza nazionale" - Il caso Huawei è semplicemente un caso legato alla sicurezza nazionale e non dovrebbe interessare i negoziati con la Cina sul commercio, ha detto il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, ribadendo il suo ottimismo sui colloqui con Pechino.

Huawei "sorpresa e delusa" - Huawei ha reso noto di essere rimasta "sorpresa e delusa" di fronte alle parole del vice presidente della Commissione europea, Andrus Ansip, che ha paventato il rischio di accesso ai dispositivi dell'azienda da parte dell'intelligence cinese. "Respingiamo categoricamente ogni accusa per cui rappresenteremmo una minaccia alla sicurezza", ha dichiarato l'azienda.