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The Manager e gli allenatori videoludici in erba degli anni ‘90

Ricordiamo un punto di svolta nella storia dei videogame di calcio appartenenti al filone dei manageriali

© IGN

Se abbiniamo i termini "Amiga" e "Calcio" tornano naturalmente alla memoria giochi storici come Kick Off, Goal! e Sensible Soccer. Un quarto titolo però nel 1991 rapì le attenzioni di chi possedeva il computer di casa Commodore e cercava un approccio più manageriale verso l’amato sport: si trattava - appunto - di The Manager. A dire il vero il gioco era già uscito l’anno precedente col titolo Bundesliga Manager Professional, pubblicato in Germania da Kron Simulation Software e ovviamente dedicato alla massima lega calcistica di quel paese.

L’ottimo successo del gioco e la sua qualità gli sono però valsi l’attenzione di diversi publisher europei che hanno pensato di acquisirne le licenze e adattarlo alle serie delle rispettive nazioni: dopo una rapida operazione di rebranding ecco nascere The Manager, arrivato in edizione italiana  grazie all’opera di Software 2000, nelle versioni Amiga, Atari ST e personal computer, con tanto di immagine - anonima - di Roberto Baggio come schermata iniziale.

Nei panni del neo-assunto manager di una società sportiva di serie C2 il giocatore è chiamato a scalare le classifiche per vincere il campionato di Serie A (tutte competizioni implementate nell’adattamento italiano del gioco, seppur non necessariamente con licenze ufficiali di squadre e giocatori).

Praticamente un adattamento diretto di Bundesliga Manager Professional, The Manager rappresenta a modo suo un importante punto di svolta dei videogame calcistici manageriali (comunque già moderatamente diffusi all’epoca), principalmente grazie a un’interfaccia davvero rifinita e una semplicità d’uso notevole, nonché grazie alla completa traduzione in italiano (cosa assolutamente non scontata nei primi anni ‘90): tutti aspetti che l’hanno reso un gioco sportivo manageriale appetibile anche a chi non aveva mai approcciato il genere.

The Manager rappresentava anche un’ottima mediazione tra giocabilità e complessità. Ad esempio, i giocatori erano definiti da una manciata di parametri, gestire gli allenamenti era questione di un paio di "click" di mouse e il calcio mercato era irrealisticamente aperto tutto l’anno: aspetti magari irrealistici ma che testimoniavano l’approccio poco austero del gioco.

Soprattutto, il gioco spostava il focus dall’allenatore virtuale a un vero e proprio manager di un team calcistico, chiedendo al giocatore di abbinare alla gestione della squadra anche importanti decisioni riguardanti il budget e gli investimenti. Decidere i prezzi dei biglietti, manutenere e ampliare lo stadio e firmare contratti con gli sponsor erano tutte attività collaterali importantissime per tenere in buona salute il budget della società. E poi c’erano loro, le partite. Passive come in altri giochi manageriali, tesissime, rese con dei brevi spezzoni animati in un riquadrino che per gli allenatori virtuali dell’epoca equivaleva a un 45 pollici in salotto durante una finale.

Le riviste dell’epoca lodarono molto l’approccio leggero ma sufficientemente simulativo del gioco, nonché la sua gestione sfaccettata di una società calcistica e l’interfaccia una volta tanto intuitiva, che lasciava al giocatore una buona libertà decisionale e una discreta granularità di intervento (come accadeva, ad esempio, per l’editor di formazioni, molto versatile).

Al momento della sua uscita The Manager fu acclamato da praticamente tutta la stampa italiana. Delle vendite invece si sa poco: considerata l’enorme incidenza della pirateria sui mercati Amiga e PC di quegli anni ci ritroviamo di fronte a quella situazione in cui tutti giocavano un videogame ma probabilmente solo una piccola frazione l’aveva comprato originale. Non per niente l’operazione di The Manager rimase a sé stante: mentre Bundesliga Manager ricevette molte riedizioni negli anni a venire non avemmo mai un seguito per il gioco pubblicato da Software 2000, sebbene versioni con rose e campionati aggiornati uscirono già dall’anno successivo sotto forma di "data disk" più o meno ufficiali.

Un vero peccato, perché il successivo Bundesliga Manager Hattrick - sempre del team Kron Simulation Software - era una bella evoluzione del precedente e non fu mai convertito per il mercato italiano. Ciò non toglie che The Manager resti una parentesi importante per questo genere di videogame, prima di lasciare il campo libero a Football Manager e PC Calcio negli anni seguenti. Persino oggi il gioco viene costantemente aggiornato da uno stuolo di appassionati, segno tangibile di quanto The Manager abbia lasciato il segno nella cerchia degli allenatori virtuali.