Candidato per la Spagna all’Oscar per il film in lingua straniera "Non ci resta che vincere", diretto da Javier Fesser, campione d’incassi del cinema spagnolo e in arrivo nelle nostre sale il 6 dicembre, non fa sconti a nessuno in tema di disabilità psico-fisica. Girata interamente con attori non professionisti e con disabilità reali la pellicola "tenta di normalizzare delle situazioni ingiuste di cui non siamo sempre coscienti..." racconta il regista.
Marco (Javier Gutierrez) è allenatore di una squadra di basket professionista di alto livello. Sorpreso alla guida in stato di ebrezza viene condannato a una pena d’interesse generale. Per ordine del giudice deve quindi organizzare una squadra di basket composta da persone con un deficit mentale. Ciò che era cominciato come una pena si trasforma in una lezione di vita sui pregiudizi sulla normalità. Dissacrante, ironico, divertente ma sempre rispettoso "Non cri resta che vincere" è un film che senza censure ma nemmeno sdolcinatezze cerca di raccontare la disabilità vista dai... disabili stessi. Un piccola lezione di etica come spiega Javier Fesser: "Nella nostra società purtroppo capitano delle cose spiacevoli a causa dell’ignoranza, della paura o anche solo per una conoscenza superficiale. Una delle grandi ingiustizie provocate dall’ignoranza è proprio il cattivo trattamento inflitto ad alcune persone per paura della loro differenza. Penso che questo film dia delle indicazioni per sapere come comportarsi con delle persone differenti".