IL DEBUTTO

Vasco Rossi, 40 anni dopo: vita nuova per "Ma cosa vuoi che sia una canzone"

Il 7 dicembre viene ripubblicato in una versione deluxe il primo storico album del rocker di Zocca

di Massimo Longoni

© ufficio-stampa

Il 25 maggio del 1978 nasceva una leggenda. Usciva infatti in quel giorno "...ma cosa vuoi che sia una canzone…", il primo album di Vasco Rossi. Un lavoro inizialmente stampato in sole 2mila copie ma che conteneva già classici come "Jenny è pazza" e "La nostra relazione". Ora quell'album viene ripubblicato il 7 dicembre in un'edizione di lusso che ne riscopre la copertina originale e ne tira a lucido il suono con una masterizzazione rigorosa.

Un disco a cui è legato a filo doppio, oltre che quello di Vasco, il nome di Gaetano Curreri, che ne curò gli arrangiamenti e suonò su gran parte dei brani. "Le canzoni le scrivevo per divertirmi, non ci credevo neanche tanto" dice Vasco nella puntata di "33 giri - Italian Masters" dedicata alla realizzazione del disco -. È stato Curreri a convincermi". E di contro il leader degli Stadio, collaboratore storico del rocker di Zocca definisce questo album "la mia carta d’identità Io sono nato con questo album". 

Il disco è figlio dei suoi anni, è il presupposto di quello che sarà Vasco negli anni a seguire. Un'opera prima con tutti i crismi, con un taglio ancora molto cantautorale (qua e là si possono avvertire echi di Rino Gaetano) e con moltissimi dettagli di arrangiamenti che pescano nel progressive di quel periodo. Ma ci sono anche richiami ai Rolling Stones e agli Who. "'Jenny è pazza' è la mia canzone del cuore - ha spiegato Curreri -. Aveva un assolo di Mellotron lunghissimo. Perché all'inizio, quando eravamo indie facevamo come ci pareva. Poi sono arrivati i discografici, quelli di Milano, e hanno tagliato tante cose...". Che adesso vengono recuperate.

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 E a proposito di "Jenny è pazza", in questa occasione viene pubblicato anche per la prima volta il videoclip di quello che fu il primo singolo di Vasco, per la regia di Arturo Bertusi. La clip in motion graphic con i disegni realizzati da Rosanna Mezzanotte, nasce dall’esigenza di non dare un volto in carne e ossa a Jenny, che è, anche, la rappresentazione (per la prima volta in una canzone scritta oltre 40 anni fa) del disagio esistenziale ed emotivo, dell’emarginazione e dei pregiudizi causati dalla paura del diverso. Questi temi prendono “forma” in un metaforico “viaggio interiore”, la cui meta è una possibile riconciliazione con se stessi e con la propria identità. Il videoclip sarà online dal 18 dicembre. "Jenny è la storia del mio esaurimento nervoso, come si chiamava una volta la depressione" spiega Vasco nella puntata di "33 giri - Italian Masters" dedicata alla realizzazione dell'album.

Ma a parte "Jenny", sono tante le canzoni da riscoprire in questo lavoro. Come "Ambarabaciccìcoccò", uno dei testi più politici mai fatti da Vasco, seppur alla sua maniera. "Io non ero un cantautore impegnato - sottolinea lui -. E la canzone è un po’ una presa in giro ironica di quel cantautorato". Presa in giro che però anticipa moltissimi sviluppi di quella che sarebbe stata la storia della sinistra italiana negli anni a venire. E poi ancora l'erotismo adolescenziale di "Silvia" e la raffinatezza psicologica nel raccontare la crisi di una coppia di trentenni ne "La nostra relazione" ("Sarebbe stato un singolo straordinario" dice Curreri). 

"…ma cosa vuoi che sia una canzone… R>PLAY Edition 40th" viene pubblicato in tre versioni: un preziosissimo cofanetto Deluxe in edizione limitata numerata, che include un libro di 112 pagine, scritto dal giornalista e critico musicale Marco Mangiarotti, con intervista a Vasco, molte foto e contenuti inediti ed esclusivi, l’album originale a 33 giri 180gr; il 45 giri “La nostra relazione/ …e poi mi parli di una vita insieme”, il CD in versione vinyl replica, la musicassetta e una matita personalizzata; un hardcoverbook di 32 pagine con contenuti esclusivi + CD; e un LP - Long Playing. Tutte le canzoni sono state rimasterizzate a 24bit/192KHZ, la migliore definizione attualmente possibile, partendo dai nastri master analogici di studio tramite trattamento termico, restauro e acquisizione in digitale, negli studi Fonoprint da Maurizio Biancani, che curò le registrazioni originali del disco e produsse alcuni album successivi. "Nel fare la rimasterizzazione abbiamo fatto in modo di trasportare i suoni del 1977 a oggi senza modificarli ma facendo sentire alla gente quello che all'epoca non era stato possibile sentire per limiti tecnici" spiega Biancani.