Come iniziare a risparmiare per pagare l’università ai figli

Ogni anno in Italia un milione e mezzo di famiglie deve fare i conti con le spese universitarie per l’immatricolazione dei figli. E nel calcolo non finiscono solo le rette ma anche la quota da destinare al vitto e all’alloggio, nel caso dei più di 600mila studenti fuori sede. Unendo tutte queste voci di spesa, un nucleo familiare può arrivare a pagare più di 71mila euro un ciclo di studi, cifra che varia in base al reddito Isee e al tipo di ateneo scelto, pubblico o privato. Per non trovarsi in difficoltà, quindi, è bene iniziare a pianificare l’investimento.

La ricerca
A mettere nero su bianco i costi che una famiglia deve sostenere nel momento in cui un figlio inizia l’università, ci ha pensato Moneyfarm . Nella ricerca sono state prese in considerazione alcune tra le principali università italiane - il Politecnico e la Bocconi di Milano, le università di Bologna, Pisa, Roma Sapienza e Napoli Federico II -, analizzano tre voci di spesa: rette, vitto e alloggio. Nel calcolo è stata inserita anche l’università americana di Harvard, per sottolineare come al confronto i nostri atenei siamo molto più economici.

Tasse universitarie
Se si prende in esame l’università pubblica, alla Sapienza di Roma, ad esempio, la spesa annuale per le rette varia da 1.027, 25 euro, nel caso di un nucleo con reddito Isee compreso tra i 20 e i 60mila euro, fino a 2.872,50 euro, per le famiglie con un reddito superiore ai 100mila euro. I costi aumentano sensibilmente per atenei privati come la Bocconi di Milano. Harvard, sempre per mantenere vivo il paragone, costerebbe 53mila euro all’anno. Nella tabella pubblicata da Moneyfarm il resoconto completo.

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Vitto e alloggio
La ricerca fa una stima anche per le spese di vitto e alloggio, in questo caso per gli studenti fuori sede. Per 10 mesi a Milano, servono 5.430 euro per una stanza in condivisione, a cui si aggiungono i 6mila e 500 euro di vitto. 

Come investire
Accantonare una cifra per pagare l’università ai figli deve tenere conto anche dell’inflazione. Si tratta, quindi, di un investimento con un arco temporale di 15-20 anni, con un rendimento stimato del 5 per cento all’anno. Se i tempi sono certi e l’obiettivo è chiaro, l’investitore ha già a portata di mano quasi tutte le informazioni che servono per pianificare un investimento. Si può ipotizzare di accantonare una cifra di poche migliaia di euro, da implementare con un contributo continuativo mensile minimo. Con questo tipo di investimento è possibile ottenere un rendimento nominale intorno al 120 per cento. Per scegliere il piano di investimento più adatto, la scelta giusta è affidarsi ad un consulente indipendente. Prima di inizia ad investire, in questo caso, e più alto sarà il rendimento finale.