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Statua di Lisippo, la Cassazione conferma: "Deve tornare in Italia"

Respinto il ricorso del museo Getty di Los Angeles sull'Atleta Vittorioso, il bronzo recuperato al largo di Fano oltre cinquant'anni fa

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La statua dell’Atleta Vittorioso attribuita a Lisippo, attualmente esposta al museo Getty di Los Angeles, deve tornare in Italia. La Cassazione ha respinto il ricorso degli statunitensi contro la decisione del gip di Pesaro di confiscare il bronzo risalente al IV secolo a.C. Arriva dunque all’ultimo grado di giudizio una vicenda che da anni vede contrapposti il nostro Paese e il museo americano.

Oggetto del contendere è una statua in bronzo attribuita allo scultore greco Lisippo o a un suo discepolo che nel 1964 fu recuperata da un pescatore marchigiano al largo della cittadina di Fano. Esportata clandestinamente all’estero, finì tra gli oggetti esposti al museo di Los Angeles. Nel 1977 fu valutata 3,9 milioni di dollari. Trent’anni dopo il sostituto procuratore Silvia Cecchi ottenne due confische del Lisippo da tre giudici diversi. Le sentenze però vennero poi annullate per vizi procedurali e la battaglia legale è continuata.

Nel giugno del 2018 il procuratore capo della Procura di Pesaro, Cristina Tedeschini, aveva definito “ immediatamente esecutiva” l’ordinanza di confisca e il conseguente rientro in Italia della statua. Contro questa decisione il museo aveva presentato ricorso in Cassazione. Sei mesi dopo la sentenza è arrivata, e chiude la lunga battaglia giudiziaria, con la soddisfazione del pm Silvia Cecchi che l’ha seguita sin dall’inizio: “Il Lisippo deve ritornare in Italia, è l’ultima parola della giustizia italiana”. Il prossimo ostacolo, però, potrebbe essere la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, alla quale gli statunitensi potrebbero appellarsi.

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