L’ex terrorista altoatesino Heinrich Oberleiter, 77 anni, ha chiesto al grazia al Presidente della Repubblica. Condannato a due ergastoli, è latitante in Austria, che si rifiuta di concedere l’estradizione in Italia. Faceva parte dei cosiddetti "bravi ragazzi della valle Aurina": oltre a Oberleiter la banda comprendeva Siegfried Steger, Sepp Forer e Heinrich Oberlechner, tutti condannati all’ergastolo e latitanti.
Secondo quanto riporta il Giornale di Brescia, Oberleiter ha invocato la grazia da Mattarella. La richiesta venne fatta anche da Steger nel 2006 all’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che non lo graziò. Il gruppo riparò all’estero prima della condanna di primo grado, emessa in corte d’assise nel 1969 e inasprita in appello due anni dopo: ergastolo per tutta la banda.
I quattro terroristi furono accusati di una lunga serie di attentati compiuti a metà anni Sessanta nelle valli di Tures, Aurina e Pusteria, in Alto Adige. L’obiettivo? Difendere la propria patria - il Tirolo - contro i nemici di Roma. Secondo le accuse, furono loro a preparare la bomba telecomandata che il 9 agosto 1964 ad Anterselva provocò il ferimento di sei carabinieri, e furono loro a uccidere, il 23 luglio 1966, i finanzieri Salvatore Cabitta e Giuseppe D’Ignoti in un agguato a San Martino di Casies. Ma l’episodio più eclatante di quegli anni di piombo ante litteram è quello che ha coinvolto tutto il fronte di liberazione dell’Alto Adige, conosciuto come "la notte dei fuochi": tra l’11 e il 12 luglio 1961 trentasette attentati in contemporanea ai tralicci dell’alta tensione piombarono Bolzano nel buio totale. Altre bombe esplosero a Brunico contro il bar del circolo Enal, il bar Stella Alpina, l'albergo Centrale, la sede del Dopolavoro ferroviario. Mentre a Molini di Tures fu rinvenuta una bomba-trappola alla base di un traliccio della linea elettrica.
Nel 1974 Oberleiter incassò l’ultima condanna, a 16 anni, dai giudici di Brescia per l’attentato sul treno Brennero-Express di dieci anni prima. Lui, così come i suoi compagni, non passò mai neanche un minuto in carcere. Lo scrittore Daniele Rielli, nel libro Storie dal mondo nuovo, racconta di avere incontrato Vinicio Marcomeni, ex ispettore della Digos di Bolzano, che gli ha detto di essere stato a un passo dal catturarli. Oberleiter, spiega Marcomeni a Rielli, era in manette su un furgoncino dei finanzieri quando riuscì a fuggire dimenticandosi lo zaino sul mezzo. Al suo interno trovarono un rullino fotografico: tra le immagini della banda c'era anche una ragazza. Trovata dai poliziotti, indicò loro il nascondiglio del gruppo. Fortunatamente però, ricorda Marcomeni, attesero gli artificieri prima di fare irruzione: Oberleiter, consapevole del rullino dimenticato, aveva preparato una trappola esplosiva che li avrebbe uccisi.
Da allora le autorità non si avvicinarono più ai membri della banda. Oberlechner è deceduto per un male incurabile nel 2006 a Innsbruck. Steger e Forer sono latitanti in Austria e in attesa della grazia da dodici anni. A loro si è aggiunto anche Oberleiter. Ora spetta alla Procura generale di Brescia, sede di Corte d’Appello dove è stata pronunciata l’ultima sentenza, a dover dare un parere al Quirinale in merito alla sua richiesta.
"Oggi ci sono altre vie, diverse da quella della violenza, per battersi per la riunificazione del Tirolo". Lo disse, nel 2014, l'ex terrorista in un messaggio letto al cimitero di Appiano durante la commemorazione per i 50 anni dalla morte di Sepp Kerschbaumer, indipendentista tirolese. "Non eravamo - scrisse nel suo messaggio letto da un giovane Schuetze - né di destra né di sinistra, ma semplicemente spinti dall'amore per la Heimat. Sono comunque fiero di quello che in questi 50 anni è stato raggiunto, anche se resta la ferita dei toponimi e monumenti fascisti", affermò Oberleiter quattro anni fa.