E’ veronese il miglior panettone artigianale del Veneto, e viene sfornato in una pizzeria molto particolare, quella gestita da Renato Bosco a San Martino Buonalbergo. Erano circa 60 i pasticceri che hanno partecipato alla terza edizione di Panetthon, singolare concorso al quale sono ammessi solo panettoni rigorosamente privi di emulsionanti, conservanti, mono e digliceridi degli acidi grassi (quelli classificati come E471) e di tutti quegli additivi che vengono usati per una conservazione più lunga nel tempo dei prodotti alimentari. L’idea è venuta a Daniele Gaudioso, medico oculista padovano e accademico della cucina.
Panettoni classici, con uvetta e canditi, prodotti con materie prime di altissima qualità, che hanno una durata limitata ma che in cambio presentano una bontà senza paragoni. L’etichetta “solidale” definisce le finalità benefiche del concorso, il cui ricavato è stato destinato a due progetti: quello della Onlus padovana ‘“Amici di Adamitullo” che da dieci anni in Etiopia garantisce il sostegno alle attività scolastiche ed educative della Missione salesiana di Adamitullo, piccolo paese a tre ore di auto dalla capitale Addis Abeba, e a quello all’associazione Co-Meta di Padova che sostiene attività di cooperazione sociale rivolte ai bambini africani del Burkina Faso. Al termine di quattro semifinali, 12 pasticceri si sono contesi il primo posto in quel di Abano Terme – alle Osterie Meccaniche della famiglia Legnaro – nel corso di una degustazione rigorosamente alla cieca. A decretare il panettone più buono, una giuria tecnica composta da esperti del settore e da giornalisti enogastronomici. Ai loro voti si sono aggiunti quelli della giuria popolare, composta da circa 80 golosi gourmet presenti alla serata, chiamati anche loro a valutare i dodici panettoni in gara. Sul podio più alto, come detto, la Pizzeria Saporé di San Martino Buonalbergo, medaglia d’argento per la pasticceria Olivieri 1882 di Arzignano, medaglia di bronzo al Chiosco di Lonigo.