INCHIESTA SUL MORANDI

Crollo del ponte Morandi, la Procura di Genova vuole sentire Delrio e Di Pietro

Gli inquirenti intendono puntare su un livello politico per chiarire le responsabilità della tragedia

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La Procura di Genova ha deciso di sentire gli ex ministri delle Infrastrutture Graziano Delrio e Antonio Di Pietro nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Una scelta, scrive il "Corriere della Sera", legata all'intenzione degli inquirenti di puntare sui politici per chiarire le responsabilità, dopo aver sentito un centinaio di testimoni e interrogato gli indagati disposti a rispondere.

Di Pietro e Delrio, ministeri "chiave" - Con Di Pietro, ministro tra il 2006 e il 2008, venne siglata la convenzione con Autostrade per l'Italia, mentre durante il dicastero di Delrio si è compiuto il lungo iter per il progetto di ristrutturazione del viadotto, approvato ma mai realizzato. Delrio sarà sentito dai magistrati il 19 dicembre e Di Pietro il 21.

In più occasioni l'ex pm ha dichiarato:"È vero che c'è una responsabilità da parte di Autostradesull'omessa manutenzione, ma è anche vero che c'è un omessocontrollo da parte del ministero".

Alla ricerca dei motivi della mancata vigilanza - La Procura vuole capire per quale ragione l'attività dicontrollo del soggetto pubblico delle infrastrutture italiane,la parte cioè che dovrebbe garantire la vigilanza su strade eautostrade di cui è proprietario, non ha portato alla messa insicurezza del ponte da parte del concessionario. E questononostante più studi rilevassero le criticità del viadotto e lanecessità di un monitoraggio costante.

Ventuno indagati e due società -Sono 21 le persone che risultano oggi indagate (manager di Aspi, Spea edirigenti del ministero) e due società per responsabilitàoggettiva (Aspi e Spea). Tra i 21 indagati, tre hanno risposto alledomande e uno, l'amministratore delegato di Austostrade Giovanni Castellucci, haconsegnato una memoria, mentre gli altri si sono avvalsi della facoltàdi non rispondere.

Gli unici a parlare con i magistrati sono stati il direttore della primadivisione generale del ministero delle Infrastrutture, BrunoSantoro, il dirigente della quarta divisione, Giovanni Proiettie Mario Bergamo, ex direttore delle manutenzioni di Aspi. Unodegli ingegneri di Spea, la società che si occupa deimonitoraggi e delle manutenzioni, Massimiliano Giacobbi, avevafatto scena muta all'interrogatorio, ma nei giorni successivi,dopo avere visto le contestazioni, ha chiesto di ripresentarsidavanti ai magistrati per parlare.

Le accuse per tutti sono disastro colposo, omicidio colposo stradaleplurimo, omicidio colposo aggravato dalla violazione delle normeantinfortunistiche e attentato alla sicurezza dei trasporti.Contestata anche l'aggravante della colpa cosciente.