Parigi a ferro e fuoco, protesta dei gilet gialli: scontri, arresti e feriti
Terza mobilitazione contro il caro carburante. Lanciati lacrimogeni, fermati quasi 400 manifestanti. Incendiate diverse auto, a fuoco anche un palazzo
E' stato un altro sabato di scontri, violenze e disordini a Parigi, dove i gilet gialli si sono di nuovo mobilitati per protestare contro il caro-carburante. I manifestanti sono scesi in strada agli Champs Elysées e in tutta l'area circostante, dove ci sono stati aspri scontri con la polizia, auto date alle fiamme, tafferugli. Anche un palazzo è stato incendiato. Dopo una giornata di vera e propria guerriglia urbana si contano 133 feriti e 378 fermi.
I primi scontri sono scoppiati sugli Champs Elysees, con lanci di sassi contro gli agenti proprio sotto l'arco di trionfo e il conseguente uso di lacrimogeni e cannoni ad acqua, ma poi le violenze si sono estese ad altre zone della città: dal quartiere dell'Opera alla nota via Foch, passando per rue de Rivoli e i giardini di Tuileries, eclissando il messaggio di altre decine di migliaia di gilet gialli. Dall'Argentina, dove si trova per il G20, Macron ha tuonato: "Non accetterò mai la violenza".
Auto incendiate e negozi saccheggiati - Almeno una decina le auto incendiate, fra cui una della polizia nel II arrondissement. Oltre che veicoli sono stati dati alle fiamme anche ristoranti; e alcuni negozi sono stati saccheggiati. Dei grandi magazzini, fra cui le Gallerie Lafayette, sono stati evacuati. Al calare del buio, fiamme e fumo investivano ancora diverse zone della capitale. Diverse scritte sono state realizzate sui monumenti: sull'Arco di trionfo si legge "I gilet gialli vinceranno"; e un'altra scritta contro Macron: "Macron = Luigi XVI", in riferimento al re ghigliottinato nel 1793.
Ministero: "75mila in piazza" - Secondo i dati del ministero dell'Interno, sono 75mila le persone scese in strada per aderire alla protesta in tutta la Francia (un dato aggiornato alle 15); almeno 5.500 a Parigi. Si tratta di numeri più bassi rispetto ai due sabati precedenti: la prima giornata nazionale di mobilitazione, il 17 novembre, aveva raccolto 282mila manifestanti, mentre alla seconda giornata il 24 novembre avevano partecipato 106mila persone, di cui 8mila a Parigi.
La polizia riferisce di avere notato sempre più "gruppi molto organizzati", determinati a causare disagi all'ordine pubblico. Mentre Macron veniva costantemente aggiornato a Buenos Aires, il primo ministro Edouard Philippe ha seguito da vicino gli sviluppi disdicendo una visita fuori Parigi e recandosi personalmente nel quartier generale della polizia. Philippe si è detto "scioccato" dalle violenze.
Intanto si moltiplicano gli appelli al dialogo e contro i casseur. La leader dell'estrema destra Marine Le Pen, che come pure l'estrema sinistra di Jean Luc Melenchon ha cavalcato l'ondata di protesta, ha lanciato un appello a Macron affinché riceva "i capi dei partiti politici di opposizione" al suo rientro dal G20. "Il nostro Paese affronta una grande crisi. Può essere risolta solo con il dialogo. Dobbiamo ritrovare al più presto questa strada", ha twittato invece la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, dicendosi indignata e triste per le violenze. E si è fatto sentire anche l'ex presidente François Hollande: "Davanti a un movimento nell'insieme pacifico, un risultato attraverso il dialogo è indispensabile", ha scritto su Twitter.
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