Un passato difficile

"Verissimo", Javier Zanetti: “Non mi dimentico mai da dove arrivo e i sacrifici fatti dai miei genitori"

L’ex capitano e bandiera dell’Inter confessa: "L'ultima partita volevo non finisse mai”

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“Un capitano, c’è solo un capitano”. Un coro che si sente in tutti gli stadi di Italia, ma che a San Siro, sponda nerazzurra, ha un nome e un cognome e l’ha avuto per quasi vent’anni: Javier Zanetti, argentino di Buenos Aires, terzino, difensore, all’occorrenza centrocampista, che con il suo cuore, la sua voglia, il suo impegno e la sua classe ha conquistato una generazione di interisti.

La bandiera nerazzurra si racconta per la prima volta a "Verissimo" e lo fa partendo proprio dall’ultima volta che vestito quella maglia: “Non ho dormito, sapevo che tutto sarebbe cambiato. Avrei voluto non finisse mai quella notte. Mi chiamano ancora tutti capitano, nessuno mi chiama vicepresidente”.

Javier ha conquistato tutti anche con la sua educazione ed eleganza, dentro e fuori dal campo: “Mio padre mi ha insegnato i valori del rispetto, soprattutto nei confronti del lavoro altrui. Non dimenticherò mai l’infanzia a Buenos Aires”.