La mobilità condivisa rappresenta una realtà sempre più di uso comune e con un trend di crescita importante, soprattutto in ambito urbano e per segmenti specifici di popolazione. Lo certifica l'Istat nel rapporto "Spostamenti quotidiani e nuove forme di mobilità", secondo cui almeno 750mila persone sopra i 18 anni hanno usato almeno una volta il car sharing (dal 2015 al 2017 c'è stato un incremento del 24%). Mentre quasi mezzo milione di persone invece il bike sharing.
Bike sharing - Quote superiori alla media si registrano nelle età più giovani e tra le persone con titoli di studio elevati; nelle aree metropolitane è addirittura il doppio rispetto alla media nazionale.
Car sharing - Il car sharing è diffuso soprattutto in ambito urbano: nei comuni centro delle aree metropolitane lo ha usato il 10,8% delle persone fino a 34 anni (contro l'1,5% del totale nazionale); fra i maggiori utilizzatori di car sharing studenti (11,9%) e impiegati (11,1%). Infine il 7,4% di chi si sposta condivide l'auto con i colleghi di studio o di lavoro. Il car pooling è più frequente tra i giovani (12,1% tra gli occupati e 14,5% tra gli studenti di 18-24 anni) e al Sud (10,0%).
Oltre 750 mila persone hanno utilizzato il car sharing almeno una volta nell’anno come conducenti o passeggeri (+24,1% sul 2015) #istat https://t.co/3bFSSy2r9A pic.twitter.com/rOEAGMjtaO
— Istat (@istat_it) 29 novembre 2018
Sempre più cittadini scelgono di andare a piedi nelle grandi città - Dal 2007 al 2017 sono aumentati nelle città e nei grandi comuni gli studenti e i lavoratori che preferiscono spostarsi a piedi per recarsi al lavoro o a scuola, mentre nei comuni più piccoli "i due terzi dei residenti" restano ancora attaccati al mezzo privato, soprattutto all'auto. Il paradosso è fotografato dal report dell'Istat che segnala negli ultimi 10 anni un "calo del mezzo privato" e un leggero aumento di chi sta riscoprendo la passeggiata prima del lavoro o della scuola rilevando che sono 'i più istruiti' a scegliere di spostarsi con mezzi pubblici o in bici". Cala la quota di chi si sposta con mezzi privati (62,7% nel 2007, 61,6% del 2017). Aumenta chi sceglie la propria energia motoria per spostarsi: da 18,0% (2007) a 19,1% (2017). Cresce soprattutto il numero di chi va al lavoro o a scuola a piedi (da 16,2% a 17,4%), resta stabile la quota di quelli che usano la bici (1,7%). Le donne vanno a piedi più degli uomini (14,8% contro 10,0%), in bici (2,0 e 1,8) o con mezzi pubblici (9,6% e 4,7%).
Quasi una persona si cinque sceglie una forma “attiva” per gli spostamenti: va a piedi il 17,4% e in bici l’1,7% #istat https://t.co/3bFSSy2r9A pic.twitter.com/HzbqhHNrUB
— Istat (@istat_it) 29 novembre 2018
Nel 2017 circa 30 milioni di pendolari tra lavoratori e studenti - Nel 2017 si stima che circa 30 milioni di persone si spostino ogni giorno per raggiungere il luogo di studio o di lavoro, sono circa 2 milioni in più rispetto agli ultimi 20 anni. Oltre un terzo della popolazione (il 35,5%) si sposta per motivi di lavoro, il 18,5% per motivi di studio. "Aumentano il raggio degli spostamenti e l'incertezza della durata del viaggio" rileva l'Istat nel suo report.
Nel decennio 2007-2017 sono aumentati i tragitti dalla durata variabile, sono stabili quelli che durano più di 30 minuti (16,4% nel 2017) mentre diminuiscono i tragitti sotto i 15 minuti (45,9% nel 2017). L'incidenza più alta di spostamenti di durata superiore ai 30 minuti si registra nel Lazio (24,7%). Negli ultimi 10 anni sono aumentati i tragitti fuori comune (dal 41,6% al 44,3%), soprattutto per motivi di lavoro. Il pendolarismo riguarda oltre la metà della popolazione residente nelle regioni del Nord e nei grandi comuni; percentuali più basse si registrano nel Mezzogiorno e nei comuni di piccole dimensioni.