A esattamente un mese dal lancio di Red Dead Redemption 2, il New York Times ha espresso la sua opinione sul nuovo titolo dei creatori di Grand Theft Auto, sottolineando quanto i videogiochi siano ormai arte.
Ponendo l'accento anche sui numeri da capogiro registrati al "botteghino" da Red Dead 2 (oltre 725 milioni di dollari in soli tre giorni, ve ne abbiamo parlato qui), Peter Suderman ha detto:
"I videogiochi rimangono una sorta di medium culturale di seconda classe, anche se la cultura geek è diventata popolare.
Giocare è ancora inteso come un mero piacere o, alla peggio, un hobby psicologicamente distruttivo. C'è la percezione è che i videogiochi non contino, perché non hanno nulla (o nulla di importante) da dire. Questo è comprensibile, ma sbagliato. Sì, molti videogiochi sono violenti e frivoli, ma i migliori giochi rivelano un mezzo culturale di massa, la cui crescita ricorda i picchi toccati dall'industria cinematografica del XX secolo.
Come i classici western e le storie di gangster da cui trae ispirazione, Red Dead Redemtpion 2 può essere rozzo e violento. Ma è anche estremamente cinematografico e perfino letterario, offrendo panorami digitali mozzafiato che ricordano i film di John Ford e un mix di storie sceneggiate abilmente su fuorilegge, immigrati, truffatori, legislatori e imprenditori, tutti alla ricerca di un'esistenza sui confini della civiltà.
È un gioco di potere, violenza, giustizia di frontiera e oscure scelte morali: una nuova epopea americana per l'era digitale".
Come vi avevamo sottolineato anche nella nostra recensione, insomma, Red Dead Redemption 2 è stato capace di smuovere delle riflessioni importanti sui videogiochi e il loro modo di comunicare.