BOCCATA DI OSSIGENO PER I DIPENDENTI

Pernigotti, vertice con la proprietà a Palazzo Chigi: intesa su reindustrializzazione

Toksoz ha deciso di sospendere la richiesta di cassa integrazione per cessata attività fino al 31/12

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Si lavora alla reindustrializzazione del sito produttivo della Pernigotti di Novi Ligure. E' questo l'esito dell'incontro a Roma tra il premier Conte, il ministro Di Maio e Zafar Toksoz, che con il fratello possiede la storica azienda dolciaria. La proprietà turca ha accolto le richieste del governo di sospendere la richiesta di cassa integrazione per cessata attività, fino al 31/12, per lavorare sulla reindustrializzazione del sito produttivo.

Non trovano conferme, invece, le indiscrezioni circolate nella serata di lunedì sulla disponibilità a cedere l'azienda.

Nel frattempo, informa sempre Palazzo Chigi, "l'azienda farà richiesta di cassa integrazione con causale di reindustrializzazione al fine di garantire l'ammortizzatore sociale ai propri dipendenti". A valutare le "opportunità produttive" sarà un "soggetto terzo" di prossima nomina.

La soddisfazione di Palazzo Chigi - Soddisfatto Palazzo Chigi: "Il lavoro svolto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal vicepremier Luigi Di Maio - si legge nella nota - testimonia quanto l'attenzione del governo sia focalizzata sulla continuità produttiva e alla tutela dei lavoratori", in presidio permanente davanti allo stabilimento dolciario dal 6 novembre, quando la proprietà turca aveva avanzato richiesta di cassa integrazione per cessazione d'attività.

"Nei prossimi mesi l'Esecutivo lavorerà a una norma - prosegue la nota del governo - per vincolare in futuro i marchi storici italiani e le relative produzioni al territorio nel quale vengono realizzati. Un ulteriore passo verso la valorizzazione del made in Italy".

Boccata di ossigeno per i dipendenti - Per i dipendenti di Novi Ligure e l'intero indotto dell'azienda, che conta per altro circa 130 interinali, si tratta di una boccata d'ossigeno. Ma la battaglia non è ancora stata vinta.

L'ipotesi vendita - A parlare della disponibilità della proprietà turca a vendere era stato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. "Le autorità turche mi hanno confermato la disponibilità a trovare un compratore per Pernigotti - aveva affermato su Twitter -. Mi auguro che questa nostra eccellenza abbia un futuro italiano a Novi Ligure. Sono ottimista". Una ipotesi, al momento, rimandata. L'intesa di Palazzo Chigi lascia infatti intravedere nuovi scenari per lo storico marchio di gianduiotti e cremini.