L'ANTICIPAZIONE

"Lavoro nero nell'azienda di famiglia di Luigi Di Maio", l'inchiesta delle Iene

Nel servizio della trasmissione di Italia1 la denuncia di un ex dipendente dell'impresa edile guidata dal padre del vicepremier

© lapresse

"Sono finito in ospedale mentre lavoravo in nero nella ditta edile della famiglia Di Maio". A parlare ai microfoni delle Iene è Salvatore Pizzo, un cittadino di Pomigliano d'Arco, che per qualche anno ha lavorato nell'azienda guidata dal padre del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Nel servizio di Filippo Roma, Pizzo racconta di un infortunio sul lavoro e delle raccomandazioni del padre del vicepremier, Antonio, di non dire che era successo mentre lavorava per lui perché era in nero e avrebbe potuto passare molti guai.

L'uomo ha riferito di aver lavorato in nero per due anni, tra il 2009 e il 2010, e di essere stato pagato proprio da Antonio Di Maio. Nel 2012 l'azienda, prima intestata alla madre del ministro, Paolina Esposito, è confluita nell'Ardima srl, di proprietà al 50% del vicepremier e della sorella Rosalba. "Di Maio ribadisce in campagna elettorale che viene da una famiglia onesta", ha detto Pizzo alle Iene. "Lo venisse a dire in faccia a me che tutta questa onestà sulla mia pelle non l'ho notata".

Il vicepremier: "Non ne so nulla, verificherò" - Di Maio, incalzato dall'inviato delle Iene, ha assicurato l'intenzione di fare luce su quanto denunciato. "Io non gestisco direttamente l'azienda. E tra il 2009 e il 2010 non ero socio. A me questa cosa non risulta ma il fatto è grave, verificherò", ha spiegato il vicepremier. "Io e mio padre per anni non ci siamo neanche parlati, non c'è stato un bel rapporto, adesso è migliorato un po' - ha aggiunto -. Non sapevo di lavoratori in nero. A me non risulta ma il fatto è grave, non mi ricordo di questo operaio ma ce ne sono stati tanti. A quell'epoca avevo 24-25 anni, io nell'azienda di famiglia ho aiutato mio padre come operaio ma non gestivo le cose di famiglia. Devo verificare questa cosa, verifichiamo tutto assolutamente".

"Se è andata così - ha concluso il capo politico del M5S - mi dispiace per quella persona. Sono sempre andato avanti nella convinzione che nella mia famiglia si rispettassero le regole, se è successo qualcosa sul luogo di lavoro con mio padre questa persona ha il dovere di dirlo, non solo a voi ma a tutte le autorità. Gli chiederò spiegazioni e vi farò sapere".

Dopo la messa in onda del servizio, Di Maio ha annunciato su Facebook che consegnerà "a Filippo Roma i documenti su questa vicenda in particolare, che intanto ho chiesto di procurare a mio padre, e faremo tutte le verifiche che servono su quanto raccontato da Salvatore nel servizio". "Come sapete, in tutti questi anni, alle Iene abbiamo sempre dato il massimo della disponibilità, non abbiamo chiesto di non mandare in onda servizi, a differenza di altri - ha detto Di Maio - non abbiamo mai chiesto alcun trattamento di favore e quando ci hanno rivelato qualcosa di importante li abbiamo ringraziati".