"Riposa in pace, cucciolo mio bello. Eri un angelo e adesso lo sei nel vero senso della parola. La mamma ti porterà sempre nel cuore, amore mio meraviglioso". Queste parole e una foto di Marco sorridente. E' così che Silca sceglie di dire addio al suo bambino con un post su Facebook. Il suo secondogenito, 11 anni, è stato ucciso dalla follia e dall'odio paterno. Soffocato nella sua cameretta, dal fuoco appiccato per vendetta.
Silca e i suoi tre figli erano tornati da poco nella villetta di Sabbioneta, dopo un periodo trascorso in una comunità protetta, nella quale Gianfranco Zani non poteva fargli del male. La mamma, di origine slovacca, era convinta che ormai il pericolo per tutti loro fosse alle spalle.
Al marito Gianfranco era stato ordinato di non avvicinarsi alla loro casa. Dopo le liti più accese di coppia, dopo quella violenza di cui era stato vittima anche Alex, il figlio maggiore di 17 anni, i servizi sociali si erano attivati.
Gianfranco Zani, artigiano con recenti difficoltà economiche e un passato, dicono in paese, con problemi di droga, non poteva accettare la separazione chiesta dalla moglie. I vicini raccontano di una famiglia molto riservata. "Adesso comprendiamo anche il perchè", dicono a bassa voce.