Devozione, misticismo e sacralità. Tre parole per descrivere Lalibela. questa affascinante città, situata nel nord dell'Etiopia, è considerata una realtà unica al mondo con le sue chiese intagliate nella roccia viva, realizzate con l'intento di dar vita ad una piccola Gerusalemme.
La nascita di questo complesso monumentale, composto da dodici chiese monolitiche e semi monolitiche, ha origini leggendarie; si dice che un bimbo di stirpe reale al momento della nascita venne avvolto da uno sciame d'api. La madre, interpretando questo segno come un qualcosa che predestinasse il figlio ad un futuro glorioso di sovrano, lo chiamò Lalibela, che significa " Le api riconoscono la sovranità".
Il fiore all'occhiello della città è la chiesa di San Giorgio, un complesso monolitico, realizzato quindi da un unico blocco di pietra. Gli operai hanno iniziato a scavare dall'altezza del terreno scendendo sino a 12 metri di profondità. La chiesa ha una pianta cruciforme e anche il tetto presenta tre croci che fungono sia da elemento decorativo, che come sistema di scolo dell'acqua. La leggenda racconta che San Giorgio stesso sia sceso per controllare l'avanzamento dei lavori delle altre chiese monolitiche e semi monolitiche di Lalibela e chiese al re di realizzarne una a lui dedicata, questa è infatti l'ultima in ordine di tempo e la meglio conservata.
Una serie di cunicoli sotterranei collegano le varie chiese e rappresentano la metafora del percorso di purificazione che va dal buio alla luce della salvezza divina. Ovunque si respira un'atmosfera di grande devozione e misticismo e non sono pochi coloro che si rifugiano tra queste rocce per condurre una vita di preghiera ed eremitaggio.
Al di là del complesso monumentale la città è molto semplice, costituita da abitazioni modeste fuori dalle quali si svolgono piccole mansioni domestiche o si chiacchiera all'ombra. Il sabato è giorno di mercato che richiama compratori e venditori da tutti i dintorni.
Le abitazioni tradizionali di Lalibela, realizzate con le pietre ricavate proprio dagli scavi delle chiese rupestri e il fango, sono chiamati Tukul: hanno la tipica forma circolare, il tetto in paglia e sono costituiti da due piani, uno riservato alla famiglia ed uno al bestiame.
Il modo migliore per girare la città è a bordo dei coloratissimi "tuc tuc" per sfrecciare tra le piccole stradine del paese. In ogni angolo ci si può fermare a gustare un ottimo caffè etiope, denso e gustoso come vuole la tradizione, oppure imbattersi in laboratori artigianali a cielo aperto, dove abili “vecchietti” tessono ancora in maniera tradizionale, il tutto accompagnato da canti sacri e dal suono di grandi tamburi.
Il fervente sentimento religioso cristiano e la spiritualità che pervade questo popolo si percepisce in ogni momento e in ogni gesto della loro quotidianità. Non a caso, l'Unesco ha inserito Lalibela tra i patrimoni dell'umanità annoverandola come una delle cinquanta città al mondo che devono essere visitate almeno una volta nella vita.