Italiana rapita in Kenya, media: arrestate 14 persone in una maxi operazione
Secondo la stampa locale i sequestratori avevano affittato un locale in prossimità del luogo dove viveva la ragazza tre giorni prima del rapimento. La famiglia di Silvia ai media: "Non contattateci"
Quattordici persone sono state arrestate in Kenya in una maxioperazione nell'ambito del rapimento della cooperante italiana Silvia Romano, la volontaria 23enne di Milano sequestrata a Kilifi. Secondo la stampa locale i rapitori (sarebbero otto gli uomini armati che hanno assaltato il villaggio a 80 chilometri da Malindi) avevano affittato un locale in prossimità del luogo dove viveva la ragazza tre giorni prima.
Arrestate 14 persone - A riferire dell'arresto di 14 persone è il media kenyano Daily Nation. Fonti di polizia di Malindi hanno detto che le 14 persone sono fermate nella notte nella zona di Chakama e Galana-Kulalu. Si sa anche che i rapitori hanno attraversato con Silvia Romano il fiume Galana e che due dei cinque kenyoti feriti durante l'assalto sono in condizioni gravi.
Ricercato affittacamere - Secondo quanto riportato dal quotidiano keniano
Daily Nation, la polizia locale starebbbe cercando un uomo che aveva affittato camere per due sospetti scomparsi dal momento del sequestro. Il ricercato si chiama Said Abdi Adan, è un residente della contea di Tana River (a nord-ovest di Malindi) ed "è scappato dalla zona alcuni giorni prima dell'attacco". "Una persona del posto, Malik Said Gasambi - si legge sul sito - ha detto ai giornalisti che Adan ha affittato una casa a Chakama e più tardi ha portato a viverci due persone. Gli ho dato due stanze dove hanno passato notti a masticare miraa", la pianta che con un alcaloide che causa eccitazione ed euforia. "Sorprendentemente, tutti sono spariti", ha aggiunto il residente.
Secondo il vicegovernatore di Kilifi, Gideon Sabuti, in tutta la zona è stata lanciata una "caccia all'uomo". "Nell'allerta sono coinvolte anche le contee limitrofe, su fino ai confini", ha aggiunto Sabuti. Il riferimento implicito è al confine con la Somalia, anche perché un testimone oculare citato da Voa, Churchill Otieno Onyango, ha riferito che "gli individui che si sono avvicinati alla zona erano tre somali: due con armi da fuoco e uno senza".
La famiglia di Silvia ai media: "Non contattateci più" - "Silenzio e pace, speranza e forza". E' quanto chiede la famiglia di Silvia Costanza Romano. La sorella maggiore, Giulia, chiede che la sua famiglia non venga più contattata dai media. "Non condivideremo nessuna informazione finché Silvia non sarà a casa - dice - e vi preghiamo di smetterla di cercare di contattarci perché non siamo una famiglia cui piace stare in tv o suoi giornali"
Onlus: "Silvia siamo con te" - "Non ci sono parole per commentare quello che sta accadendo. Silvia, siamo tutti con te", è il commento della onlus Africa Milele Onlus per la quale la ragazza lavora.
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