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Strage di Secondigliano: prima i risarcimenti, poi la beffa

"Le Iene" hanno intervistato i famigliari delle 11 vittime, costretti a restituire 100mila euro più gli interessi

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“Dopo l’esplosione non si è visto più nulla, ho perso la mia amica Serena da un momento all’altro”. Angela, ai microfoni de Le Iene, racconta così quel maledetto 23 gennaio 1996. A Secondigliano, quartiere della periferia nord di Napoli, questa data è uno spartiacque. Quel giorno nella cosiddetta “voragine di Secondigliano” persero la vita 11 persone.

Per i famigliari nel 2004 arriva il risarcimento: il CIPE, ente statale che aveva approvato i lavori, versa 100mila euro a ogni famiglia come primo acconto sulla cifra totale. Tre anni dopo però l’assoluzione del CIPE e una lettera inviata ai parenti delle vittime in cui si chiede la restituzione della cifra più gli interessi. Così persone che hanno visto morire figli, mariti, amiche si sono trasformati in evasori fiscali. Ma nessuno sembra aver intenzione di pagare: “Non ce li ho quei soldi, ma anche se ce li avessi non glieli darei”.

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