IN SCENA A MILANO

Gioele Dix, da Ulisse ai giorni nostri: "La paternità è una vera Odissea"

L'attore è in scena al Franco Parenti di Milano dal 20 al 25 novembre con "Volevo essere figlio di un uomo felice"

© ufficio-stampa

Gioele Dix torna in scena con "Vorrei essere figlio di un uomo felice", un monologo intenso, personale e divertente che usa come filo conduttore la vicenda di Telemaco, che cerca il perduto padre Ulisse, per diventare un discorso sulla paternità in generale. Dix sarà in scena al Franco Parenti di Milano dal 20 al 25 novembre (con doppio spettacolo in quest'ultima data). "I riferimenti colti non devono spaventare: si ride molto" spiega lui a Tgcom24.

Ignorata, perduta, cercata o ritrovata: è la paternità nelle sue diverse sfaccettature. Quella che Dix porta in scena sotto forma di un viaggio che usa come guida l’Odissea e una vicenda letteraria e umana fitta di simboli. L'attore la racconta e approfondisce alla sua maniera, recitando, raccontando, leggendo e commentando, sempre insieme al pubblico. Uno spettacolo che è nato quasi fortuitamente. "La scintilla è stata una serie di serate fatte a Genova e dedicate all'Odissea - spiega -. A ognuno dei partecipanti era stato assegnato un canto che poteva trattare nel mondo che preferiva. Io che sono fortunato ne ho avuti in dote quattro. Ma la cosa aveva un senso perché i primi quattro canti dell'Odissea hanno una loro unità interna, non a caso sono chiamati "Telemachia"".

Sono i canti in cui Ulisse ancora non compare...
Esatto, è anche per questo sono una zona abbastanza sconosciuta di quell'opera. Ma questa costruzione sembra la perfetta sceneggiatura di un film, con il protagonista Ulisse che entra in scena dopo un po' e ripercorre le sue avventure con un lunghissimo flashback.

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Perché la vicenda di Telemaco è ancora attuale per parlare del rapporto tra padri e figli oggi?
Perché Telemaco vive la presenza/assenza del padre come un ingombro e questo è un aspetto che ho voluto indagare. Quella di un padre ingombrante o assente è una situazione che abbiamo vissuto quasi tutti. Nel mio caso ho avuto a che fare con un padre molto severo, che ha caratterizzato la mia vita. Oggi la situazione si è rovesciata: lo proteggo e lui si fa proteggere. 

Come si sviluppa lo spettacolo rispetto alla vicenda di Telemaco? 
E' un'affabulazione a incastri, una costruzione che mi è molto congeniale. Infatti dalla storia di partenza poi ci sono continue divagazioni, tra cose scritte da me e spunti letterari. Ci sono diversi filoni, come quello del viaggio iniziatico, che Telemaco usa per appropriarsi del mondo e avere una personalità che gli permetta di affrancarsi dall'etichetta di "figlio di". Poi c'è un passaggio sull'incontro a Sparta con una Elena invecchiata, e qui ci sono innesti di Paul Auster e Milan Kundera per trattare il tema della vecchiaia. 

Tra spunti e citazioni dà l'idea di essere uno spettacolo molto colto...
Non spaventatevi! Faccio un po' di scena ma in realtà lo spettacolo è molto accessibile. Mi piace avere una forma di un certo tipo, non amo la comicità facilona, greve e slabbrata, ma non voglio fare spettacoli punitivi per il pubblico che già fa la fatica di venire a teatro, che di questi tempi è già molto. Ci sono anche momenti molto divertenti come quando, racconto della famiglia al ristorante per parlare di come sono evoluti i padri al giorno d'oggi.

Nello spettacolo ci sarà anche qualcuno dei personaggi che ha interpretato in televisione?
No, non c'è neanche un personaggio della televisione. Non ce n'era bisogno. Mi rendo conto che sarebbe stata una strada facile per ottenere un consenso, ma si possono ancora seguire via alternative.


TEATRO FRANCO PARENTI – MILANO
via Pier Lombardo, 14 - 02 59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it

DATE E ORARI DELLO SPETTACOLO
martedì 20 novembre h 20
mercoledì 21 novembre h 19:45
giovedì 22 novembre h 21
venerdì 23 novembre h 20
sabato 24 novembre h 20:30
domenica 25 novembre h 16:15
domenica 25 novembre h 19.30 (replica extra aggiunta)

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