Khashoggi, Trump: "Audio omicidio troppo brutale, non lo ascolterò"
Si dimette Kirsten Fontenrose, direttrice alla Casa Bianca per la regione del Golfo Persico: era per la linea dura
Donald Trump dispone della registrazione audio dell'omicidio di Jamal Khashoggi, ma non vuole ascoltarla perché il suo contenuto "è molto violento". E' quanto il presidente Usa ha dichiarato in un'intervista a "Fox News Sunday", spiegando: "E' una registrazione di sofferenza, una registrazione terribile. Sono stato aggiornato integralmente e so esattamente cosa è successo. E' stato molto violento. Molto feroce e terribile".
Quella che è stata fornita al presidente americano dalle autorità turche è la stessa registrazione procurata anche ad altri alleati occidentali.
Intanto dalle indagini emergono nuovi cruenti dettagli. I killer potrebbero aver portato
il corpo fatto a pezzi del giornalista saudita in una valigia fuori dalla Turchia, secondo quanto riferito dal ministro della difesa turco Hulusi Akar. "Una probabilità è che abbiano lasciato il Paese tre o quattro ore dopo aver commesso l'omicidio. Potrebbero aver portato fuori il corpo smembrato di Khashoggi dentro una valigia senza avere problemi per la loro immunità diplomatica", ha spiegato Akar.
Dirigente della Casa Bianca lascia: voleva la linea dura - Un'alta dirigente della Casa Bianca, Kirsten Fontenrose, responsabile per la politica americana verso l'Arabia Saudita, intanto si è dimessa. La mossa potrebbe suggerire una divisione nell'amministrazione Trump sulla risposta da dare al brutale omicidio del giornalista dissidente saudita, secondo quanto scrive il
New York Times.
La Fontenrose, direttrice per la regione del Golfo Persico nel National Security Council, aveva spinto per misure dure contro il governo saudita ed era stata a Riad per discutere le recenti sanzioni Usa imposte ai presunti responsabili del delitto. Fontenrose aveva insistito perché Saud al-Qahtani, un alto consigliere del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, fosse aggiunto alla blacklist, cosa che alla fine è stata fatta. Ma al suo ritorno a Washington aveva avuto una disputa con i suoi superiori. Le esatte circostanze delle sue dimissioni, dice il Nyt, restano confuse e non è chiaro se il suo sostegno a una risposta severa abbia irritato qualcuno alla Casa Bianca.
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