"I Paesi ad alto debito non devono aumentarlo ulteriormente". Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi. Riferendosi all'Italia, pur senza nominarla, Draghi ha spiegato che "la mancanza di consolidamento fiscale nei Paesi ad alto debito aumenta la vulnerabilità agli shock, che siano autoprodotti mettendo in forse le regole dell'Unione, o importati tramite il contagio. Finora l'aumento degli spread è stato limitato al primo caso".
"La mancanza di consolidamento nei Paesi ad elevato debito aumenta la loro vulnerabilità agli shock, sia che questi siano autoinnescati - ha detto - mettendo in discussione le regole dell'architettura dell'Unione economica o monetaria, sia che siamo importati tramite il contagio finanziario". "Finora - ha comunque notato il presidente della Bce - il rialzo degli spread è rimasto confinato al primo caso e il contagio tra Paesi è stato limitato".
"Questi sviluppi si trasmettono alle condizioni di erogazione di prestiti delle banche nell'economia reale. Ad oggi, tramite il riprezzamento dei prestiti bancari sta avvenendo dove il rialzo degli spread è stato più significativo", ha detto ancora Draghi. "Complessivamente i costi di finanziamento restano comunque vicini ai minimi storici in tutti i grandi Paesi europei, grazie a una base di depositi stabile".
Bce conferma stop dicembre Qe netto - Nessun segnale di ripensamento dal presidente della Bce sull'orientamento a concludere il programma di acquisti netti di titoli, che proseguirà fino a dicembre. "Anticipiamo che, posto che il dati confermino le valutazioni (sulle prospettive di inflazione), con dicembre gli acquisti si concluderanno", ha affermato durante lo European Banking Congress a Francoforte. Nonostante il recente rallentamento dell'economia "la solidità di fondo di salari e della domanda interna - ha spiegato - continua a supportare la valutazione che la convergenza dell'inflazione proseguirà", verso i livelli auspicati dalla Bce.