Aveva accompagnato in auto un amico a Lugano perché l'uomo, un 62enne ex ingegnere gravemente depresso, voleva togliersi la vita in una clinica di Zurigo. Il suo contributo è però stato minimo e non determinante nella scelta del suicida, secondo il gip di Como, che ha archiviato il caso su richiesta del pm. L'uomo era infatti stato accusato per istigazione al suicidio, in una vicenda simile a quella del dj Fabo, per cui è imputato Marco Cappato.
La vicenda Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Erba, l'uomo accusato di istigazione al suicidio, avrebbe accompagnato l'amico fino a Lugano. I due avrebbero cenato insieme e visto un concerto blues. Poi si sarebbero salutati. Il pensionato avrebbe proseguito da solo verso Zurigo, mentre l'altro sarebbe rientrato in Italia. Nelle ultime ore di vita, quindi, l'amico indagato avrebbe contribuito in maniera irrilevante, senza influire sulla volotà dell'ex ingegnere di effettuare il suicidio assistito. Da qui la decisione della procura di archiviare il caso.
L'uomo, inoltre, si sarebbe soltanto fatto tramite delle ultime volontà del pensionato, scritte in una lettera. Tra queste: l'invio di altre missive, una al Comune di Albavilla, in cui chiedeva perdono per il gesto, ringraziava i suoi medici e lasciava le disposizioni per la cerimonia laica e la sepoltura nel cimitero del paese accanto al fratello. Proprio la lettera all'amministrazione comunale aveva fatto aprire le indagini. Questa era stata consegnata all'Arma che aveva aperto un fascicolo per valutare se nella vicenda si configurassero reati commessi in Italia. La salma era stata quindi sottopsta ad autopsia e si era aperta l'inchiesta a carico dell'amico.