Nassiriya, Iraq. Sono le 10:40 locali (le 8:40 italiane) del 12 novembre 2003. Un'autocisterna forza l'entrata della base Maestrale, presidiata dai carabinieri. E' lanciata a tutta velocità, trasporta due attentatori e quasi 300 chili di esplosivo. Il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all'entrata, abbatte uno dei due terroristi, ma il mezzo prosegue la sua folle corsa. Poi l'esplosione che, con un effetto domino, fa saltare in aria il deposito munizioni. Il bilancio è terribile: 28 militari morti, di cui 19 italiani.
Il comando dell'Italian Joint Task Force si trova a sette chilometri da Nassiriya, in una base denominata "White Horse" poco lontana da quella statunitense di Tallil. Il Reggimento Msi/Iraq, composto da carabinieri e polizia militare romena, occupa due postazioni: la base "Maestrale" e la base "Libeccio", entrambe poste al centro dell'abitato di Nassiriya. Presso la prima, nota anche con il termine "Animal House" e che durante il regime di Saddam Hussein era sede della Camera di Commercio, era acquartierata l'Unità di Manovra. Ed è proprio qui che avviene la tragedia, passata alla storia come il più grave attacco subito dall'esercito italiano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
L'operazione "antica Babilonia" era stata inaugurata qualche mese prima, il 15 luglio. In Iraq erano giunti tremila militari, tra cui 400 membri dell'Arma dei carabinieri. I loro compiti erano molteplici: il mantenimento dell'ordine e della sicurezza, l'addestramento della polizia locale, la gestione dell'aeroporto e l'aiuto alla popolazione (cibo, acqua, farmaci). Erano lì per "aiutare quel Paese a recuperare un po' di normalità", come ricorda il maresciallo Antonio Lombardo.
I nostri caduti - A quindici anni di distanza, il ricordo e il cordoglio per i nostri militari non si è affievolito. Di seguito i loro nomi, con relativi ruoli e gradi. Per non dimenticare.
I CARABINIERI
Massimiliano Bruno - maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte
Giovanni Cavallaro - sottotenente
Giuseppe Coletta - brigadiere
Andrea Filippa - appuntato
Enzo Fregosi - maresciallo luogotenente
Daniele Ghione maresciallo capo
Horacio Majorana - appuntato
Ivan Ghitti - brigadiere
Domenico Intravaia - vice brigadiere
Filippo Merlino - sottotenente
Alfio Ragazzi - maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte
Alfonso Trincone - maresciallo
I MILITARI DELL'ESERCITO
Massimo Ficuciello - capitano
Silvio Olla - maresciallo capo
Alessandro Carrisi - primo caporal maggiore
Emanuele Ferraro - caporal maggiore capo scelto
Pietro Petrucci - caporal maggiore
Nell'attentato morirono anche due civili: Marco Beci, cooperatore internazionale, e il regista Stefano Rolla, impegnato con la sua troupe nelle riprese di uno sceneggiato sulla ricostruzione del Paese.