Si sono chiuse alle 20 le urne a Roma per il referendum sulla liberalizzazione dei servizi di trasporto pubblico. Al voto si è recato il 16% degli aventi diritto. Non è quindi stato raggiunto il quorum del 33% chiesto dal Campidoglio. Il referendum è promosso dai Radicali italiani e Radicali Roma e dal Comitato "Mobilitiamo Roma". A favore del "Sì" anche il Pd e Forza Italia. Contro M5s e Atac Bene Comune.
La vera incognita è legata al quorum. Secondo il Campidoglio affinché la consultazione sia valida, essendo in presenza di un referendum consultivo e dunque non vincolante, è necessario raggiungere il quorum del 33,3%, cioè un terzo degli aventi diritto (circa 760mila elettori). Ma secondo il Comitato promotore il quorum non deve essere applicato perché il referendum è stato proclamato il 31 gennaio 2018, lo stesso giorno in cui è stato approvato il nuovo statuto del Comune di Roma che non prevede il quorum. La diatriba finirà sicuramente davanti al Tar al quale il comitato promotore si è riservato di ricorrere.
IN TANTI RIMANDATI INDIETRO - Sul voto pesano anche le polemiche per i tanti romani che sono stati rimandati indietro perché sprovvisti della tessera elettorale. In realtà, il Comune aveva diffuso una circolare in cui si chiariva che la scheda non era necessaria per partecipare alle operazioni di voto. Molti cittadini però non hanno potuto esprimere il loro parere nel seggio proprio perché non avevano con sé il documento.
In una nota i promotori del referendum, Riccardo Magi, Alessandro Capriccioli, Francesco Mingiardi e Simone Sapienza, hanno denunciato che "molti presidenti impediscono di votare a chi è sprovvisto di tessera elettorale, mentre il regolamento afferma con inequivocabile chiarezza che per accedere alle urne è sufficiente il documento di identità". Dal Campidoglio precisano che è stata data "corretta informazione ai seggi" circa al possibilità di votare anche se sprovvisti di tessera elettorale e con un documento di identità. La comunicazione è stata ulteriormente diffusa, "nel primo pomeriggio a tutti i presidenti di seggio per ribadire il contenuto del paragrafo 55 delle istruzioni" circa il voto ai referendum.
LA SCHEDA E I QUESITI - All'elettore sono state sottoposte due domande: una sull'affidamento dei servizi di trasporto tramite gare pubbliche ("Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia mediante gare pubbliche, anche ad una pluralitaà di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e della ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?") e l'altra sulla possibilità di creare nuovi servizi di trasporto collettivo non di linea con app o a richiesta ("Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l'esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?").
PD E FI PER IL SI', M5S E LEGA PER IL NO - La consultazione, che investe direttamente il futuro dell'Atac, la municipalizzata che oggi gestisce in house bus e metro della Capitale, ha diviso in due l'opinione pubblica cittadina. Da un lato i supporter del sì, da Unindustria al Pd e a Forza Italia, dall'altro quelli del no, dai sindacati al M5s fino alla Lega, Fratelli d'Italia e ai movimenti di estrema destra come Casapound.
L'APPELLO DI SABRINA FERILLI: "ANDATE A VOTARE" - "Domenica c'è un referendum importante sulla gestione di Atac, un referendum del quale non si parla: io andrò a votare, il mio voto ci sarà". Così in un video diffuso dai Radicali Roma Sabrina Ferilli fa un appello al voto per domenica prossima per il referendum consultivo sulla possibilità di affidare a gare la gestione del servizio di trasporto pubblico a Roma pur garantendo il controllo sempre al Campidoglio. "Ognuno è libero di votare ciò che vuole - ha aggiunto la Ferilli - ma trovo giusto andare a votare domenica, io lo farò perché voglio stare a posto con la coscienza". L'attrice dichiarò di avere votato per Virginia Raggi anche se negli ultimi tempi si è mostrata critica nei confronti dell'amministrazione pentastellata.