Razionalizzare le scorte. E' l'obiettivo che il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha indicato nel corso del Comitato nazionale ordine e sicurezza pubblica che si è tenuto al Viminale. In tutta Italia, secondo quanto emerge da fonti del Viminale, si contano 585 scorte, che impegnano 2.072 unità delle forze dell'ordine. Si tratta di 910 poliziotti, 776 carabinieri, 290 finanzieri e 96 operatori della polizia penitenziaria. "Bisogna evitare gli abusi", è l'imperativo del vicepremier.
L'obiettivo del ministro dell'Interno è quello di garantire tutela a chi è davvero in pericolo, evitando "sprechi e inutili sacrifici alle donne e uomini in divisa". I "cosiddetti dispositivi di protezione", ossia l'insieme delle forze dell'ordine, si dividono in quattro categorie in base al livello di rischio. Quello più elevato è a disposizione di 15 persone e impegna 171 agenti. Cinquantasette cittadini hanno il cosiddetto secondo livello, la scorta su auto specializzata, per un totale di 383 agenti in tutto. Seguono 276 casi di tutela su auto specializzata (823 agenti impiegati) e 237 tutele su auto non protetta che coinvolge 695 operatori.
Dei 585 nomi protetti dallo Stato, la maggior parte appartiene ai magistrati (277), seguono i politici intesi come leader nazionali e locali (69) e i dirigenti d'impresa (43). Si registrano poi 21 giornalisti e 18 esponenti governativi.
Sempre da quanto emerge da fonti del Viminale, lo Stato mette a disposizione 38 servizi di vigilanza fissa con 221 persone impegnate: 18 poliziotti, 56 carabinieri, 147 unità dell’esercito.
A livello regionale, il maggior numero di scorte si concentra nel Lazio e in Sicilia, rispettivamente con il 31,6% e il 21,9% delle misure di protezione nazionali. Seguono Calabria (12,5%), Campania (12%), Lombardia (7,2%).