Manovra, Ue: "Deficit italiano al 2,9%", ma Tria: "Analisi non attenta" | E Conte: "Nostre previsioni fondate e sostenibili"
Bruxelles cita "il significativo incremento della spesa pubblica" con l'introduzione del reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni. Il ministro: "Defaillance tecnica dell'Ue, ma avanti con il dialogo"
La Commissione Ue stima per l'Italia un deficit in crescita al 2,9% del Pil nel 2019 per effetto della Manovra, contro il 2,4% stabilito dal governo. E pone l'attenzione sulla crescita della spesa che farà lievitare ulteriormente il disavanzo. Ma il ministro dell'Economia Tria replica: "Defaillance tecnica di Bruxelles, avanti con il dialogo". E il presidente del Consiglio Conte aggiunge: "Scenari Ue inverosimili, le nostre stime sono fondate".
Ue contro la Manovra - Nelle previsioni d'autunno Bruxelles cita "il significativo incremento della spesa pubblica" con l'introduzione del reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni. Nel 2020, a politiche invariate, la Commissione vede addirittura un disavanzo pubblico proiettato al 3,1% del Pil.
Secondo Bruxelles, anche il
deficit strutturale (parametro in base a cui si calcola lo sforzo per ridurre il debito,
ndr) schizza in avanti: dall'1,8% di quest'anno sale al 3% nel 2019 e al 3,5% nel 2020. In primavera era previsto all'1,7% nel 2018 e al 2% nel 2019.
Tassi più alti e risparmi più bassi - "I rischi sulle previsioni del deficit includono tassi più alti sui titoli di Stato, risparmi più bassi del previsto dalla spending review e spesa più alta dovuta al possibile rinnovo dei contratti del settore pubblico", fa sapere Bruxelles. Al contrario, "la possibile attivazione della clausola di salvaguardia nel 2020 e la probabile minore spesa sulle nuove misure rappresentano rischi al rialzo sulle previsioni di bilancio".
Rallenta la crescita - Stando ai dati, dopo una solida crescita nel 2017, l'economia italiana ha rallentato nella prima metà di quest'anno a causa dell'indebolimento delle esportazioni e della produzione industriale. La ripresa delle esportazioni e l'aumento della spesa pubblica dovrebbero sostenere una moderata crescita durante il periodo compreso nelle previsioni. "Tuttavia, l'aumento conseguente del deficit pubblico, insieme ai tassi d'interesse più alti e i sostanziali rischi al ribasso, mettono in pericolo la riduzione dell'elevato rapporto debito/Pil", ha sottolineato la Commissione Ue.
Tria: "Analisi non attenta, avanti con il dialogo" - Il ministro dell'Economia Giovanni Tria sottolinea però in una nota che la stima Ue, frutto di una "defaillance tecnica", non "influenzerà la continuazione del dialogo costruttivo con la Commissione stessa in cui è impegnato il governo italiano. Rimane il fatto che il Parlamento italiano ha autorizzato un deficit massimo del 2,4% per il 2019 che il governo, quindi, è impegnato a rispettare".
E ancora: "Le previsioni della Commissione europea relative al deficit italiano sono in netto contrasto con quelle del governo italiano e derivano da un'analisi non attenta e parziale del Documento programmatico di bilancio, della legge di bilancio e dell'andamento dei conti pubblici italiani, nonostante le informazioni e i chiarimenti forniti dall'Italia". Concludendo il suo commento, Tria si dice "dispiaciuto" della defaillance tecnica della Commissione.
Conte: "Inverosimili scenari diversi sui conti dell'Italia" - Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha criticato la bocciatura di Bruxelles sulla legge di Bilancio.
Le previsioni Ue "sottovalutano l'impatto positivo della nostra Manovra economica e delle nostre riforme strutturali. Andiamo avanti con le nostre stime sui conti pubblici, sulla crescita che aumenterà e sul debito e il deficit che diminuiranno - ha affermato in una nota il capo del governo -. Non ci sono i presupposti per mettere in discussione la fondatezza e la sostenibilità delle nostre previsioni. Per questo riteniamo assolutamente inverosimile qualsiasi altro tipo di scenario sui conti pubblici italiani".
"L'Italia contribuirà alla crescita dell'Ue" - Conte ha quindi spiegato che "l'Italia non è affatto un problema per i Paesi dell'Eurozona e dell'Ue, ma anzi contribuirà alla crescita di tutto il continente. Le riforme strutturali che mettiamo in campo, dalla riforma dei centri per l'impiego alla semplificazione del codice degli appalti, alla riforma del codice e del processo civile insieme al piano investimenti, daranno maggiore impulso alla crescita rispetto a quanto previsto dalla Commissione Ue".
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