Le reazioni politiche dopo la denuncia

Scontro con la Rai sul ddl Zan: da Letta a Di Maio, ecco chi si schiera con Fedez

Il leader della Lega, Matteo Salvini, a "Domenica Live" ammette: "Le frasi citate dal rapper sul palco sono disgustose"

Dalla Rai, dopo la denuncia di Fedez, "ci aspettiamo parole chiare, di scuse e di chiarimento". A chiederlo è il segretario del Pd, Enrico Letta, che ringrazia il rapper per "le sue parole forti che rendono possibile rompere un tabù, cioè che non si può parlare di diritti perché siamo in pandemia". Per il leader dem, invece, "la situazione sanitaria non impedisce di fare battaglie per i diritti, lo ius soli come il ddl Zan".

Di Maio: "In democrazia niente censure" Solidarietà a Fedez è arrivata anche dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che del rapper parla come di "una persona che in tutto quello che fa ci mette sempre il cuore. Ogni artista deve avere la possibilità di esibirsi liberamente, esprimendo le proprie idee e mostrando la propria arte. La musica è qualcosa di profondo che molto spesso ci permette di capire e affrontare problematiche legate alle persone e alla nostra società".

Per Di Maio, "la musica è libertà, trasmette emozioni e ci aiuta a comprendere, analizzare, maturare. Penso che il rispetto sia la cosa più importante e stia alla base di tutto, significa saper accettare le critiche e le idee diverse dalle nostre. E un Paese democratico non può accettare alcuna forma di censura".

Conte: "Io sto con Fedez, nessuna censura" "Io sto con Fedez. Nessuna censura", è il tweet dell'ex premier Giuseppe Conte in sostegno del rapper.

Zingaretti: "Fedez ha citato frasi della Lega" Con il rapper si è schierato anche l'ex leader del Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: "Fedez ha citato frasi ed espressioni di alcuni politici della Lega. Forse ora se ne vergognano, ma certo la soluzione non può essere la censura di un artista". Zingaretti ricorda quindi che "ci sono esseri umani picchiati e offesi solo per quello che sono. Dovrebbe essere naturale approvare una legge che li tuteli. Questa è la legge Zan e va approvata".

Salvini ammette: "Le frasi citate da Fedez sono disgustose" "Le frasi che ho sentito al Concertone sono disgustose: chi augura la morte a chiunque va curato. Io stesso ricevo minacce. Poi chi aggredisce un omosessuale, un nero rischia già 16 anni di galera". Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, a "Domenica Live", commentando l'intervento di Fedez, che sul palco ha letto alcune frasi omofobe pronunciate da esponenti leghisti.

"Polemica tutta interna alla sinistra" Su Twitter il leader della Lega ha scritto: "Fedez e Rai 3, polemica tutta interna alla sinistra. Artista di sinistra, 'censori' di sinistra. Viva la musica e la libertà. Aspettiamo che qualcuno paghi e si dimetta. P.s. L'interlocutrice Rai registrata da Fedez era portavoce di Veltroni, sindaco Pd di Roma".

Ostellari (Lega): "Su temi come famiglia e libertà non si improvvisa" Chiamato in causa direttamente da Fedez sul palco del Concertone (con l'accusa di voler osteggiare il ddl Zan), l'indomani il senatore leghista Andrea Ostellari su Facebook ha commentato: "Capisco che faccia comodo semplificare le cose, ma non stiamo assistendo ad uno scontro fra buoni e cattivi. Il disegno di legge Zan tratta questioni fondamentali: affettività, famiglia, libertà di espressione e di educazione. Su questi temi non si improvvisa. Se una legge è scritta male, è dovere del Parlamento riscriverla o cambiarla. E questo per tutelare tutti". Subito dopo l'intervento del rapper, il presidente della commissione Giustizia del Senato aveva scritto su Twitter: "Dorme sereno chi ha la coscienza a posto. Notte a tutti, anche a Fedez".

Orlando: "Ora ragionare sulla governance Rai" Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha definito il caso una "vicenda grave". "Se non si può parlare di censura in senso stretto, di intromissione sicuramente sì", ha dichiarato a "Mezz'ora in più". In attesa di un "auspicabile" nuovo modello di governance, ha aggiunto, servirebbe "grande sforzo per dare alla Rai una governance più coraggiosa".