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Carlo Calenda dichiara guerra ai videogiochi: "In casa mia non entrano"

Diversi utenti hanno fatto notare che i videogame possono avere anche degli effetti positivi, ma l'ex ministro è deciso nella sua posizione: "Bisogna salvare i nostri ragazzi dall'ignoranza"

Carlo Calenda dichiara guerra ai videogiochi e lo fa sul suo profilo Twitter da 115mila follower. "Considero i giochi elettronici una delle cause dell’incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento. In casa mia non entrano", scrive l'ex ministro dello Sviluppo economico, padre di quattro figli. Le sue parole scatenano subito una polemica sul social dove qualche utente interviene in difesa dei videogame: "Possono migliorare riflessi e vivacità". Ma Calenda non cede e ribatte alle critiche: "Bisogna salvare i nostri ragazzi dall'ignoranza".

Sarà forte ma io considero i giochi elettronici una delle cause dell’incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento. In casa mia non entrano. https://t.co/ZC74SNSFCq — Carlo Calenda (@CarloCalenda) 3 novembre 2018

Sulla vicenda interviene anche un insegnante dell'Università romana di Tor Vergata: "Carlo Calenda credo che lei, in buona fede, non conosca la reale identità di ciò che chiama “giochi elettronici”,  che sono opere interattive dal valore culturale e artistico, nel solco di letteratura, teatro, cinema o fumetto. Lo insegno da 10 anni all’Università".

Mentre un altro utente sostiene che l'ex ministro sia "rimasto un po' indietro" in merito al tema videogame: "Le consiglio di informarsi un po' e capire che hanno raggiunto livelli di profondità e serietà che li equiparano a libri/film". Calenda gli risponde prontamente: "Il problema è la passività rispetto alla lettura e al gioco. Reagisci non agisci. Inoltre abituano la mente a una velocità che rende ogni altra attività lenta e noiosa".

Ma poi, quando la polemica si accende ancora di più, chiarisce: "Calma. Non ho detto che chi usa i giochi elettronici è un imbecille. Ho parlato di una mia scelta di genitore spiegandone le ragioni". Chissà cosa ne pensano i quattro figli dell'ex ministro e se hanno mai giocato ai videogame, magari di nascosto, a casa di qualche amico...

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