Mentre il meteo non dà tregua e sono previste ulteriori piogge oltre la media in diverse regioni, con allerte di gravità variabile, si iniziano a contare i danni del maltempo in gran parte della Penisola. Secondo le stime di Coldiretti insieme a Federforeste l'ondata di piogge ha provocato "la strage di 14 milioni di alberi compromettendo l'equilibrio ecologico e ambientale di vaste aree montane e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica".
Un vero e proprio bollettino di guerra - Secondo quanto stimano Coldiretti e Federforeste, a essere abbattuti sono stati soprattutto faggi e abeti bianchi e rossi nei boschi dal Trentino all'Alto Adige, dal Veneto al Friuli, dove ci vorrà almeno un secolo per tornare alla normalità. Nei boschi si trova una grande varietà di vegetali e una popolazione di mammiferi, uccelli e rettili che per il disastro è stata sconvolta, mentre - sottolinea la Coldiretti - la mancanza di copertura vegetale lascia il campo libero a frane e smottamenti in caso di forti piogge. In una situazione in cui "l'Italia importa circa l'80% del legno che consuma, al danno ambientale si aggiunge - continua la Coldiretti - quello economico con importanti ripercussioni sull'intera filiera del legno e la perdita di posti di lavoro, in aree spesso difficili. Senza dimenticare - continua la Coldiretti - gli effetti paesaggistici e sul turismo con le attività legate alla raccolta dei frutti del bosco come i funghi in forte espansione".
Situazione critica in Veneto - Tra le regioni più colpite dalle violente perturbazioni degli ultimi giorni c'è il Veneto, dove il governatore Luca Zaia lancia un allarme: "Il Veneto è in ginocchio, abbiamo avuto 160mila utenze senza energia elettrica, isolamenti telefonici e acquedottistico". Questo il commento fatto dopo una nuova ricognizione in elicottero delle zone dolomitiche colpite dal maltempo eccezionale. "In questo momento otto frazioni sono ancora isolate, 100 persone sono state evacuate e 5mila utenze sono ancora da collegare - ha detto -. La situazione resta ancora drammatica, ma al di là di questo bisogna anche affrontare subito la ripresa delle delle attività delle fabbriche del territorio e il territorio stesso". L'ondata di maltempo, ha ricordato Zaia, ha fatto sì che "quasi 100mila di ettari di bosco non ci sono più, le frane non si contano intere strade sono da rifare. I Serrai di Sottoguda sono inesistenti". "Dobbiamo intervenire subito, il problema non è solo di non recuperare la viabilità ma c'è il rischio di spopolamento che più ci fa pensare".
In prima linea sul difficile fronte di Belluno anche il Direttore del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale Angelo Borrelli che spiega come servano interventi urgenti: "Dobbiamo partire subito perché se dobbiamo attendere la conta dei danni ci attiveremo almeno tra due mesi. Abbiamo una sofferenza in tutta Italia, ma in questo territorio è molto piu' pesante. La situazione è pesante, apocalittica, strade devastate, tralicci piegati come fuscelli".
La montagna veneta è diventata un "paesaggio lunare". Lo ha detto il Governatore del Veneto dopo un nuovo sopralluogo sul territorio della provincia di Belluno colpito da una ondata di maltempo eccezionale. Zaia ha lanciato anche un appello ai cittadini "evitate il turismo delle disgrazie. Non siete d'aiuto. Aspettate che si ripristini bene la viabilità e poi cominciate ad andarci per andare a sciare o fare una gita, la montagna si aiuta anche così". "Non deve serpeggiare la leggenda metropolitana che lì non vale la pena di andare - ha aggiunto - perché non c'è più nulla". "Alla fiera di Longarone, Arredamont - ha rilevato facendo un esempio -, ci si arriva tranquillamente, si può andare per dare una mano agli artigiani espositori".
Nella mattinata del 3 novembre a Venezia sono stati registrati 105 centimetri di acqua alta sul medio mare che hanno "invaso" l'8% della città a cominciare da Piazza San Marco che è una delle aree più basse. Il dato è stato diffuso dal Centro maree del comune. Si tratta di una marea sostenuta pari al codice giallo. Le previsioni indicano una situazione analoga per domenica 4 mentre per lunedì 5 sono previsti 115 centimetri.
No al turismo delle disgrazie - Il governatore veneto ha posto l'accento anche su altro punto: "La montagna veneta è diventata un "paesaggio lunare" per questo ha chiesto ai cittadini di "evitate il turismo delle disgrazie. Non siete d'aiuto. Aspettate che si ripristini bene la viabilità e poi cominciate ad andarci per andare a sciare o fare una gita, la montagna si aiuta anche così". "Non deve serpeggiare la leggenda metropolitana che lì non vale la pena di andare - ha aggiunto - perché non c'è più nulla".
Paura anche in Emilia Romagna per la piena del Po - L'ondata di maltempo prosegue anche in Emilia-Romagna con un'allerta arancione che riguarda la pianura emiliana orientale e la costa ferrarese e criticità gialla per la pianura emiliana centrale. Entrambi gli avvisi, riferisce l'Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile per l'Emilia-Romagna e da ARPAE, sono dovuti alla propagazione della piena del Po. Il colmo di piena transiterà nel pomeriggio del 3 novembre alla sezione di Casalmaggiore, nella notte tra il 3 e 4 novembre alla sezione di Boretto, nella giornata del 4 novembre nelle sezioni di Borgoforte e Sermide e nelle prime ore del 5 novembre nella sezione di Pontelagoscuro. Atteso un intensificarsi di precipitazioni deboli e irregolari nella serata di domenica 4 novembre.