il riuso dopo il voto elettronico

I tablet della Regione Lombardia sono nei magazzini delle scuole | I volontari del software libero: "E' un peccato"

I quasi 20mila dispositivi donati agli istituti lombardi non sembrano avere avuto fortuna, ma non tutto - spesa compresa - è perduto

di Gabriella Persiani

© ansa

Bocciati in classe, ma promossi... in potenzialità. E' questa la strana sorte dei circa 20mila tablet sui 24mila acquistati dalla Regione Lombardia per la prima consultazione elettorale elettronica, il referendum del 22 ottobre 2017. Ai primi 1.500 assegnati per bando a 60 istituti, se ne aggiunsero altri 18.493 in 587 scuole, ma per non essere usati. Eppure i costi per il loro acquisto furono motivo di aspro scontro politico: 23 milioni di euro. Allora, per evitare alle voting machine il destino di marcire nei magazzini scolastici, ecco la soluzione, che salva anche le tasche dei contribuenti lombardi. "Hanno delle potenzialità, un peccato non usarle in aula", assicura a Tgcom24 Lino Giacomoli del Linux Users Group di Mantova, associazione che divulga il software libero e che ha preparato una guida online gratuita per docenti e studenti.

Apparecchi bocciati a scuola Contestati dal primo minuto, dunque, non va meglio in classe: da Mantova a Brescia, da Milano a Bergamo le voting machine riconvertite per finire sui banchi non hanno avuto fortuna.

Lenti, goffi, due chili di peso e circa 25 centimetri per lato, con il sistema operativo Ubuntu, gli apparecchi entrati in classe non hanno superato la sufficienza. "Ne abbiamo ricevuti 25, ma purtroppo non abbiamo potuto utilizzarli: Ubuntu non è compatibile con i programmi didattici della scuola media e per ora sono in magazzino", afferma a La Gazzetta di Mantova Antonella Daoglio, dirigente dell'Istituto Comprensivo Mantova 2. "Sono poco versatili, hanno poca memoria e possibilità limitate, ci limitiamo a usarli per i registri di classe", le fa eco Massimo Pantiglioni dell'Ic San Giorgio.

A Il Giornale di Brescia Luciano Giorgi, preside dell’Istituto Comprensivo Erasmo da Rotterdam di Cisliano (Milano), afferma che "i tablet sono chiusi nell’armadio, in attesa che venga allestita un'aula informatica adatta". "La praticità non è il loro forte - si sottolinea - visto che pesano due chili, si scaricano a guardarli e per usarli serve il mouse dato che il touchscreen è lento. In più, usano il sistema operativo Ubuntu, che con i file di word, ad esempio, funziona male". "Li usiamo per qualche ricerca su internet, niente di più", rincara la dose Alfonso Iannece, vicepreside dell’Istituto Comprensivo Buonarroti di Corsico (Milano).

E a Milano città non va meglio. "Sono ancora stipati in magazzino, - rivela una fonte di Tgcom24 da una scuola media milanese. - Abbiamo le lavagne multimediali in ogni classe e due laboratori di informatica: è mancato il tempo materiale di programmarne un utilizzo sensato, ma con il nuovo animatore digitale in sede si prevede un utilizzo imminente".

Dal Pirellone: "I rimanenti per i prossimi appuntamenti elettorali" La Regione Lombardia, regalati dunque 20mila apparecchi alle scuole del territorio, ne avrebbe in possesso ancora quattromila per i prossimi appuntamenti elettorali. "Il più vicino è il referendum sull'acqua pubblica del 18 novembre a Brescia", risponde l'assessore del Pirellone al Bilancio, Finanza e Semplificazione, il leghista Davide Carlo Caparini, il quale conferma che è stata mantenuta la promessa della precedente giunta Maroni di destinare i tablet alle scuole.

L'associazione del sofware libero: "Usateli, non teneteli in magazzino" "Da docenti e da genitori abbiamo avuto la fortuna di testarli e non sono da buttare", afferma a Tgcom24 Lino Giacomoli, tra i volontari del Linux Users Group di Mantova (LugMan), associazione che si propone di divulgare il software libero. Per questo con altri volontari ha realizzato e pubblicato online una guida gratuita per il loro uso. "Innanzitutto - precisa a Tgcom24 - non si tratta di tablet, ma di veri e propri pc, dalla forma un po' strana, per questo per essere utilizzati al meglio hanno bisogno di una tastiera e un mouse".

"Non avrà caratteristiche travolgenti e recenti - continua Giacomoli - ma vi abbiamo provato un software orientato alla didattica fin dalle elementari, GCompris, e funziona perfettamente, anche se il touchscreen non è velocissimo. Anche per la videoscrittura non li abbiamo trovati male e possono essere utili per gli alunni con disabilità e software approntati appositamente per loro e reperibili anche all'interno del progetto So.Di.Linux, Software Libero per la Didattica, dell'Istituto per le Tecnologie Didattiche del Cnr, finalizzato alla realizzazione e alla diffusione di una serie di strumenti didattici Open Source nel mondo della scuola".

Con l'appello finale: "Utilizzate questi dispositivi una volta che da voting machine sono stati rigenerati e resettati - conclude Giacomoli. - Non bisogna essere programmatori o analisti e i volontari del software libero sono a disposizione in tutte le province per affiancare gli animatori digitali se ce ne fosse bisogno".